Dati macro Eurozona: Pil e inflazione

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Settimana intensa a livello macroeconomico per l’Eurozona con la pubblicazione dei dati relativi a Pil e inflazione che hanno esercitato pressioni al rialzo sui rendimenti dei titoli governativi dell’area

Più roseo del previsto il quadro emerso dalla pubblicazione del Pil europeo del III trimestre a livello sia di singoli Paesi che di blocco (+0,4% t/t), eccezion fatta per l’Italia. Il Pil reale del Belpaese nel trimestre estivo ha sorpreso in negativo, risultando stagnante invece che in modesto aumento a causa non tanto della domanda interna quanto più delle esportazioni nette.

Al contrario, è riuscito ad impressionare positivamente il dato tedesco (+0,2% trimestre su trimestre) supportato, tuttavia, da un fattore tecnico: la revisione al ribasso del dato relativo al secondo trimestre ha giovato al calcolo del pil del trimestre successivo; su base annuale, infatti, l’economia tedesca registra ancora una contrazione.

I report relativi all’inflazione della zona euro hanno mostrato sin da subito tendenze al rialzo: in particolare, ha sorpreso positivamente il Cpi tedesco uscito allo 0,4% mese su mese rispetto alle stime dello 0,2%.

Il Cpi annuale a livello di blocco si è attestato precisamente al 2%, con il dato “core” al 2,7%, entrambi leggermente sopra alle stime. D’altra parte, la Presidente della Bce Lagarde proprio ieri ha ricordato al Board di mantenere un atteggiamento di cautela nel taglio dei tassi di riferimento seguendo un approccio data dependent.

Nelle ultime riunioni ha sempre ribadito che verso la fine dell’anno le aspettative vertevano verso potenziali rialzi dell’inflazione (dovuti anche gli effetti base di natura statistica) ma le aspettative erano, in ogni caso, inferiori rispetto a quanto emerso ieri.

In questo scenario, sono state repentinamente ridotte le aspettative degli operatori di un taglio dei tassi da 50 punti base da parte della Bce a dicembre e con la maggioranza di questi ultimi orientata per un taglio da 25 punti base.

Il quadro generale della zona euro che è emerso dai report della settimana conferma la corrente debolezza dal punto di vista della crescita economica con un pizzico in più di attenzione da rivolgere nei confronti dell’inflazione in questi ultimi mesi dell’anno.