Ora è guerra vera. Guerra commerciale, insomma senza morti e feriti, ma le armi brandite da Usa e Cina possono determinare conseguenze devastanti. Il punto è che la risposta di Pechino a Donald Trump non si è fatta attendere. A poche ore dall’entrata in vigore dei nuovi dazi statunitensi, la Cina ha annunciato un drastico innalzamento delle tariffe sui beni Made in Usa: si passa dal 34% all’84%, con effetto immediato dalle 12.01 del 10 aprile 2025. Lo ha comunicato in una nota il ministero delle Finanze cinese, definendo la misura “necessaria e proporzionata” alla politica commerciale “aggressiva e unilaterale” portata avanti dagli Stati Uniti.
La Cina, si legge ancora nella nota, “esorta gli Stati Uniti a correggere immediatamente le proprie pratiche sbagliate, ad annullare tutte le misure tariffarie unilaterali contro la Cina e a risolvere adeguatamente le divergenze attraverso un dialogo paritario basato sul rispetto reciproco”.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere. A Milano, Piazza Affari ha registrato un’ondata di vendite, scivolando del 3,7% e segnando una delle peggiori sedute dell’anno. Il calo è doppio rispetto alla contrazione dei futures sugli indici americani, segnale che la piazza finanziaria italiana sta scontando in modo più marcato le tensioni geopolitiche
. A pesare sono soprattutto i titoli farmaceutici, già colpiti dalla prima ondata di dazi annunciati da Trump sui medicinali. Recordati cede il 6,8%, in scia a un trend negativo che ha travolto tutto il comparto europeo: a Zurigo, Roche e Novartis lasciano sul terreno rispettivamente il 5,7% e il 6,6%, mentre a Stoccolma Novo Nordisk arretra del 6,45%. In affanno anche l’energia, complice un calo del 3,5% del prezzo del greggio. A Milano, Saipem crolla del 7,1% ed Eni perde il 6,6%.



