Nel 2024 il debito dei mercati emergenti ha beneficiato dell’allentamento della politica monetaria globale, alimentato in particolare dalle attese di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve
Questa tendenza si è concretizzata a settembre con un taglio di 50 punti base, portando i tassi a breve termine al 5%. Tuttavia, il crescente appeal di questi asset ha compresso i differenziali di rendimento (spread) rispetto ai Titoli di Stato statunitensi, riducendo così la remunerazione per il rischio aggiuntivo associato agli investimenti nei mercati emergenti.
In altre parole, gli investitori sono ora meno compensati per le maggiori incertezze e volatilità tipiche di queste economie.
Le valutazioni oggi sono molto elevate (spread contratti) vicine ai livelli massimi storici, situazione che rende gli investimenti in questa asset class particolarmente vulnerabili ad un improvviso repricing innescato da un evento esogeno ad oggi difficilmente determinabile.
Un aumento degli spread dai livelli attuali, di poco superiori a 210 bps bps, a 300 bps impatterebbe pesantemente sulle performance.
Le considerazioni espresse finora si applicano anche al debito EM denominato in valuta locale. Tuttavia, in questo caso, entra in gioco un ulteriore elemento di rischio legato alle fluttuazioni dei cambi, se guardiamo alle performance del debito EM dal 2010 si può osservare come il Debito Sovrano EM Local Currency espresso in valuta locale segni una performance di circa il 230% che se espressa in dollari si dimezza al 120%, mentre il Debito Sovrano in Hard Currency espresso Dollari è pari a circa il 190%.
L’inclusione del debito EM in un portafoglio offre numerosi vantaggi in termini di diversificazione. La bassa correlazione con altre asset class, come le obbligazioni europee (Eur Aggregate) pari a 0,48, contribuisce a ridurre la volatilità complessiva del portafoglio.
Tuttavia, è essenziale selezionare con cura i titoli, privilegiando paesi con un basso profilo di rischio e prospettive economiche positive.



