DECRETO POST ALLUVIONE, DA PALAZZO CHIGI I PRIMI DUE MILIARDI PER L’EMILIA ROMAGNA

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La conferenza stampa congiunta della Premier Giorgia Meloni e del Governatore regionale Stefano Bonaccini, sul cui ruolo di commissario per la ricostruzione post alluvionale si scatena però il dibattito sollevato dalle correnti leghiste più vicine al Vicepremier e Ministro alle infrastrutture, Matteo Salvini

Il governo intende giocare un ruolo protagonista nella ripartenza della regione Emilia Romagna dopo la tragica alluvione della scorsa settimana. Per quanto non siano state individuate, nell’immediato, tutte le risorse sufficienti a coprire un bilancio dei danni fin d’ora quantificato come superiore ai 5 miliardi di euro, il Consiglio dei Ministri ha decretato interventi per i primi 2 miliardi, destinati a interessare un perimetro di ottanta territori comunali e una molteplicità di settori, dal ristabilimento delle imprese alla teledidattica, dal lavoro a distanza alla proroga dei benefici fiscali per gli interventi edilizi, oltre al sostegno dei redditi lavorativi tramite la semplificazione della cassa integrazione guadagni che sarà finanziata con 580 milioni.

Vengono inoltre rinforzate le garanzie pubbliche per l’accesso al credito, e viene creata una sezione ad hoc di 400 milioni di euro per facilitare l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato.

Sempre sul versante delle concessioni creditizie, palazzo Chigi ha riconosciuto l’assoluta bontà e validità della convenzione siglata dall’associazione bancaria italiana ABI con il dipartimento della protezione civile e con le associazioni di consumatori per ottenere moratorie, differimenti e sospensioni delle rate e degli interessi e linee di prestito per i soggetti colpiti da calamità naturali.

Giorgia Meloni ha pertanto riaffermato la volontà ribadita subito dopo il proprio rientro anticipato in Italia dal G7 di Hiroshima e il successivo sopralluogo a Ravenna e a Forlì compiuto con lo stesso Bonaccini. Inoltre, fino al prossimo autunno saranno sospesi i termini per procedere ai versamenti fiscali, contributivi, tariffari ed esattoriali.

Nel frattempo, sale il dibattito sul ruolo di Bonaccini quale commissario per la ricostruzione post alluvionale, incarico che si sommerebbe a quello tuttora in atto, e in scadenza al prossimo 31 dicembre, per la avvenuta ricostruzione post sismica.

I dubbi proverrebbero tutti dalla corrente leghista del Vicepremier Salvini, poco incline – in qualità di Ministro delle infrastrutture – a condividere con un alto dirigente del centrosinistra un budget più che miliardario per i ripristini territoriali e delle opere pubbliche di titolarità statale e locale danneggiate dalle esondazioni.

Dubbi che però non sono fatti propri dalla totalità dello stato maggiore della Lega: il Governatore del Veneto Luca Zaia, pur non volendo entrare nel merito di un dibattito attinente alla competenza esclusiva del Consiglio dei ministri, ricorda che in linea di prassi, il ruolo di commissario viene affidato al Presidente della Regione dove realizzare gli interventi, mentre l’ex ministro del turismo Massimo Garavaglia ha preso atto del buon lavoro di Bonaccini come commissario per la ricostruzione post sismica.

Prova a smarcarsi dal dibattito Stefano Bonaccini, invitando a indicare in tale ruolo una figura che abbia la conoscenza piena del territorio, ma ricordando che i lavori per il ripristino delle opere pubbliche e private, che furono danneggiate dal terremoto di alcuni anni fa, sono stati assunti a modello operativo di riferimento e hanno permesso la creazione di un livello di attivisti produttive e di occupati maggiore che nell’epoca precedente.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI