Democrazia senza idee

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Insomma ha avuto un grandissimo culo. Sì, ci sono state delle eccezioni, ma sono stati di più i colpi andati a segno, (in genere gli attentati ai presidenti degli Stati Uniti vanno a finire male). Un servizio di sicurezza incapace di prevedere e fermare l’attentato ha pensato bene di uccidere il ventenne fuori di testa, cosa che non spegne gli ultimi dubbi sulla dinamica dell’azione, nonostante siamo convinti dell’autonomia di un gesto sconsiderato. E siamo anche convinti che l’accaduto non farà cambiare idea sulla libertà delle armi neppure alla vittima.

La democrazia americana è disseminata di atti di violenza fin dalla sua nascita. In nessun altro paese al mondo la partecipazione politica avviene con altrettanta ferocia e pretesa di condizionarne l’esito quanto in America. È qui che l’offerta politica si adegua di più al linguaggio comune, è qui che si insegue con maggior violenza l’universo privato, ed è ancora qui che la politica scade più frequentemente a bagattella.

La nazione più potente del pianeta sta facendo ridere (e piangere) tutti i paesi della terra, perché si è costretta a scegliere tra un incosciente demente e un incosciente delinquente. Ma è mai possibile che il faro di una democrazia che vuole esportare a tutti i costi non riesca a trovare dei rappresentanti del popolo migliori di questi? Poiché se non trova di meglio vuol dire che costoro sono dei simulacri, fantasmi di un ordine che invece è ben nascosto e che con la democrazia non c’entra assolutamente niente.

Un ordine che continua ad esaltare questa pagliacciata mentre disprezza le democrazie illiberali, le autocrazie, le dittature, quando invece è proprio il celebrato ordine la più feroce tirannia che ha reso il popolo totalmente estraneo alla dimensione pubblica.

E’ questo ordine che continua a tener celata la realtà politica, che scende nell’agone solo per una battaglia privata e raccogliere consenso, che mostra ragioni senza costrutto ideologico e per aizzare la gente, per scioglierla dal torpore della propria disperazione e farle barrare la casella di una banda invece di un’altra, è proprio questo ordine che fa regredire la politica a bagarre, a tumulto.

Giuseppe Di Maio