Qui stiamo parlando di impieghi poco e mal retribuiti, spesso a nero, senza permessi, senza diritti e tutele. Quello che bisogna fare non è, come purtroppo dicono in tanti, abolire il Reddito di cittadinanza ma lavorare, per esempio, sull’approvazione della legge sul salario minimo. Che cosa aspettiamo?
Tra l’altro, voglio ricordare, che sono anche previsti sgravi fiscali per chi assume un percettore del reddito, un’ulteriore spinta quindi a offrire condizioni vantaggiose e soprattutto dignitose. Lo sgravio, infatti, è previsto in caso di contratto a tempo indeterminato a tempo pieno o apprendistato.
Puntare il dito contro chi percepisce il Reddito di cittadinanza è una cosa vergognosa, sintomo di un Paese che non si sa mettere nei panni di chi si trova con l’acqua alla gola e non riesce ad arrivare alla fine del mese o a garantire ai propri figli una vita dignitosa. Cominciamo a rivolgere la nostra indignazione nella giusta direzione, verso i veri responsabili della situazione lavorativa disastrosa in cui sta sprofondando l‘Italia.



