DISCLOSURE, CASH BACK, FLAT TAX, PRICE CUP… E SE IN ITALIA CHI FA POLITICA ECONOMICA TORNASSE ALL’ITALIANO?

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In questa campagna elettorale i termini anglofoni utilizzati in maniera spot all’interno delle dichiarazioni dei candidati impazzano: sarebbe veramente il caso di applicare quello che il Presidente ABI Antonio Patuelli consigliò a Cuneo nel corso del convegno moderato dall’amico Professor Beppe Ghisolfi a Villa Tornaforte Aragno

L’ultima arrivata in ordine di tempo è la disclosure del contante, annunciata dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni con l’obiettivo di fare emergere gli oltre 100 miliardi che si calcola costituiscano le risorse accumulate dai nostri Connazionali nelle cassette di sicurezza in Italia e all’estero in denaro contante o in oggetti di valore sfuggiti al calcolo delle basi imponibili e quindi all’applicazione delle relative imposte. A costoro, il destra centro a trazione Meloni propone il dimezzamento delle aliquote fiscali e la possibilità di regolarizzare risorse che, una volta emerse, potrebbero attraverso determinati strumenti finanziari concorrere alla ripresa economica del Paese.

La disclosure altro non significa che “dichiarazione”, “rivelazione”: perché non utilizzare l’equivalente italiano? Nei settori dell’economia e della finanza, il passaggio al vocabolario della nobile lingua dantesca fornirebbe un contributo significativo alla chiarezza e alla trasparenza delle proposte ai cittadini, e ciò rafforzerebbe i programmi di educazione, divulgazione e alfabetizzazione finanziaria sui quali si sono a più riprese soffermati il presidente ABI Antonio Patuelli e il Professor Beppe Ghisolfi, Banchiere, scrittore nonché amico e collaboratore del primo.

Proprio Patuelli, lo scorso maggio durante il prestigioso convegno sul ruolo delle Banche moderato proprio da Ghisolfi a Villa Tornaforte Aragno, ebbe a sottolineare l’opportunità, in Italia, nelle dichiarazioni di tipo economico, di evitare un eccessivo ricorso a formule o terminologie, quasi maccheroniche, inserite in maniera isolata dentro le frasi. Chiaramente nelle sedi internazionali o estere è giusto e doveroso utilizzare con piena padronanza, per gli stessi concetti, le lingue straniere a partire dall’inglese; ma in Italia, al fine di concorrere a una crescente informazione trasparente ai cittadini, è fondamentale utilizzare la lingua lasciataci in eredità da Dante Alighieri, la quale dispone di tutte le parole più adatte a inquadrare e spiegare i singoli concetti.

Una questione analoga fu sollevata in occasione della introduzione della direttiva europea sul bail-in, ossia il salvataggio interno degli istituti di credito: una serie di sondaggi evidenziò che una parte significativa degli esponenti politici, inclusi coloro che lo avevano deliberato, non sapeva fornire una definizione precisa. Il suo opposto è il bail-out, quindi il salvataggio esterno, quando sono cioè interventi di Istituzioni terze, pubbliche o private, a scongiurare il fallimento dell’ente bancario.

È tuttavia nel corso di questa campagna elettorale che si rischia di sforare il primato negativo assoluto: per combattere il caro prezzi nel campo energetico si propone da più parti di fissare un price cup, cioè un tetto massimo alla quotazione del gas a livello europeo; oppure, per contrastare l’evasione fiscale viene rilanciata la formula del cash back, letteralmente il denaro che torna indietro al contribuente che ha effettuato un acquisto con moneta tracciabile; che dire poi della rediviva flat tax, la tassa piatta che torna alla ribalta da trent’anni a questa parte nei programmi del centrodestra con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale generale ma con il rischio di aumentarla sui redditi medi e medio bassi che non possono più contare su un sistema di deduzioni e detrazioni.

Di queste ultime due, le prime sono importi forfettari che servono a ridurre la base imponibile di calcolo dell’imposta, mentre le seconde intervengono a diminuzione dell’imposta e si collocano nella categoria delle “spese fiscali”, che alcuni politici ridefiniscono, tanto per cambiare, tax expenditures.

Torna in mente una delle celebri frasi del compianto Piero Angela, torinese, giornalista Rai, inventore di Quark, scomparso proprio oggi all’età di 93 anni e considerato il più grande divulgatore scientifico non solo in Italia (a lui si deve anche la realizzazione di una rubrica dal titolo Quark economia): “Divulgare non significa soltanto parlare, vuol dire spiegare le stesse cose in maniera diversa per tutti”.
L’economista accademico Giovanni Cuniberti, titolare di attività di consulenza a difesa dei patrimoni di famiglia, ebbe a definire il Professor Ghisolfi il “Piero Angela dell’educazione finanziaria” proprio per la medesima attitudine divulgativa espressa per rendere accessibile alla generalità delle persone i concetti e i termini anche i più difficili dell’economia e della finanza.

Anche questa campagna elettorale avrebbe bisogno di divulgatori.

Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI