Continua la stabilità del dollaro che anche in settimana rimane poco volatile rispetto all’Euro. Lo stretto trading range 1.11/1.09 nel quale permane da tempo sembra infatti fungere da soglia di sbarramento in entrambe le direzioni
La soglia di 1.09 appare però in prospettiva sempre più debole: infatti il differenziale dei rendimenti sulle scadenze brevi tra le due sponde dell’Atlantico si sta restringendo e questo dovrebbe permettere al dollaro di fermare, come in effetti sta già succedendo, la corsa all’indebolimento. Inoltre, il posizionamento speculativo degli investitori è già ampiamente impostato per la debolezza del dollaro, lasciando poco spazio a ulteriori nuovi flussi in tal senso.
A rafforzare le prospettive troviamo anche il delta tra le indicazioni economiche; l’indice delle sorprese legate ai dati macro americani è superiore all’omologo europeo, e questo potrebbe spingere il dollaro al ribasso (ovvero in rafforzamento).
A fare da contraltare a tutto ciò troviamo le non trascurabili indicazioni che provengono dalle politiche monetarie che, ancora per qualche mese dovrebbero essere più aggressive in Europa che negli Stati Uniti offrendo invece supporto ancora al rafforzamento dell’euro.
Come al solito le dinamiche valutarie hanno molteplici sfaccettature, alcune volte anche contrastanti nel breve periodo, ma, con un orizzonte temporale più ampio, sembra proprio che la strada del dollaro debole possa essere alle battute finali.
Alcuni analisti sostengono che il peggio è passato, giustificandole come casi anomali e isolati mentre le rapide risposte del governo sembrano aver fatto un buon lavoro nel contenere il potenziale contagio. Secondo altri analisti la situazione potrebbe peggiorare. I rialzi dei tassi di interesse potrebbero colpire altre parti del sistema finanziario. In ogni caso, i fallimenti delle tre banche potrebbero portare a un rallentamento dell’economia, traducendosi in una riduzione del credito alle imprese e ai consumatori, con conseguente diminuzione dell’attività economica e della crescita complessiva. Più rosee le aspettative in Europa dove il settore finanziario, grazie al buono stato di salute delle banche continentali, non dovrebbe incorrere in problematiche simili.



