Donato Carrisi – La casa dei silenzi – Milano, Longanesi, 2024, 408 p. ( 280 )

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Dopo aver letto cinque libri di questo autore cominciamo a capire qualcosa di più, poiché Carrisi è molto bravo a scrivere, ingarbugliare trame e creare attese, ma meno interessato a farsi capire da tutti. Spieghiamo meglio

Ogni finale di un suo libro lascia qualcosa di insoddisfacente, in merito sia ai personaggi sia ai fatti, lasciando troppo al lettore il lavoro di comprendere e completare il tutto; richiama poi personaggi di romanzi precedenti che se vuoi capire bene devi andare a leggere, ed ancora, le storie narrate non appaiono mai completamente spiegate.

C’è un abisso narrativo di trame, soggetti delle vicende e personaggi tra il suo primo thriller, Il suggeritore (storia dell’alleanza tra un criminologo, Goran Gavila, e la sua Squadra Speciale con un investigatore specializzato, Mila Vasquez, per scoprire il “disegno oscuro” e dare un “nome al male”), e le sue ultime quattro opere: La casa senza ricordi, La casa delle voci, La casa delle luci e questa Casa dei silenzi.

In tutti e quattro i romanzi troneggia ed impera l’ipnosi, che s’impone con “…pratiche ipnotiche effettivamente utilizzate nelle terapie…” per usare le sue parole; in tutti e quattro il personaggio principale è un bravo psicologo fiorentino, Pietro Gerber, che ha a che fare con storie di bambini (viene comunemente identificato, come già il padre da cui ha ereditato il mestiere e lo studio, come “l’addormentatore di bambini”).

Nel primo tratta la storia di un dodicenne ritrovato senza memoria in un bosco, di cui ricostruisce la storia; nel secondo deve ricomporre i ricordi di un’adulta, Hanna Hall, vissuta in Toscana, che ha dimenticato cosa le è successo quando era bambina, in un passato legato ad un omicidio.

Nel terzo narra la storia della decenne Eva e del suo “amichetto” che solo lei vede, sempre vissuta nella grande casa in collina vicino a Firenze.

Infine, questa Casa dei silenzi di cui ci occuperemo più diffusamente: anche qui un bambino (di nove anni) si sveglia ogni notte ed urla spaventato sempre dallo stesso sogno e dalla presenza di una “signora silenziosa” nero vestita.

Ebbene, questo abisso narrativo è stato scientemente voluto da Carrisi per “collegare” tra loro i suoi avvincenti thriller e “legare” il lettore alle sue coinvolgenti trame, legame che comunque, a nostro avviso, rischia di rompersi per gli aspetti di cui abbiamo detto sopra.
Matias, dicevamo, ha 9 anni ed ha paura di addormentarsi; la donna che sogna non parla mai, non lo minaccia, non gli fa del male ma lo spaventa.

Ciò che accade al bimbo è solo un sogno con nessun collegamento con la realtà? No! Gerber scopre che quella signora esiste (o è esistita? Questo non si capirà) e tutto ha una spiegazione reale, subordinata ad altri personaggi che vengono di volta in volta ritrovati nella mente del bambino durante l’ipnosi.

Una mamma, una bambina ed una cassapanca; un grande scarafaggio e poi tanti altri simili, un omone violento ma all’apparenza calmo, detto Tranquillo… Non solo, anche lui scoprirà, nei giorni che passano, di vivere con nella mente “dei fantasmi”, dei suoni e dei ricordi che non capisce, come ad esempio, un fiore, una magnolia.

C’è poi un fatiscente palazzo giallo in cui Gerber scoprirà un mini appartamento abbandonato, ma molto particolare, ed una bimba molto intelligente, Rosa: tutto scoperto grazie all’ipnosi ed all’intuito dello psicologo.

Tornano anche i tre saggi ipnologhi amici di suo padre, di cui uno, Zaccaria Acher, dà preziosi e saggi consigli a Gerber per questo suo difficile caso e gli consiglia di visitare – e “ascoltarne” i consigli – Erica de Roti medico psicologo infantile specializzata in ipnosi, volontaria in Africa e ritornata – dopo una esperienza che l’ha lasciata senza fiato, che il lettore scopre nelle prime pagine – nella sua Firenze: qui, in aperta campagna ed isolata da tutto, ha trasformato un vecchio mulino in un laboratorio scientifico e il suo vivere con scelte discutibili ma efficaci che guardano alla parapsicologia. Una collega che, praticamente, farà dare due svolte decisive alla soluzione del caso Matias ed ai dubbi ed alle angosce dello stesso ipnotista, che finalmente capirà il suo inconscio ed acquieterà la sua ansia.

Come sempre ben fatta la caratterizzazione dei personaggi, scorrevole la lettura del testo e bene impostati trama e coordinamento degli avvenimenti.

Donato Carrisi, scrittore e regista, drammaturgo e giornalista, è laureato in giurisprudenza con specializzazione in criminologia e scienza del comportamento, ha scritto una quindicina di romanzi vincendo prestigiosi premi in Italia e all’estero, ed inoltre ha ottenuto il David di Donatello nel 2018 come miglior regista esordiente con il film La ragazza nella nebbia tratto da un suo libro. I suoi romanzi sono tradotti in 30 lingue.

franco cortese

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