DOPO IL VOTO, LA PRIMA STANGATA: BOLLETTE RADDOPPIATE DAL PRIMO OTTOBRE

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L’autorità di vigilanza ARERA lancia in via preventiva l’allarme al Parlamento: l’accresciuto livello di morosità tra famiglie e imprese farà ricadere i costi di tali insolvenze su coloro che pagano regolarmente le utenze

La causa? Un meccanismo approvato nel 2018 dalla stessa ARERA e che istituisce il meccanismo della socializzazione degli oneri, ennesima voce che allontana sempre di più il costo finale della bolletta al dettaglio dall’entità dei consumi energetici effettivamente realizzati dalla famiglia o impresa colpita dal rincaro.

Altro che festa post voto per chi sarà risultato prevalente o vittorioso (due concetti ben differenti in ragione dei meccanismi del Rosatellum e del precedente del 2018) alle elezioni politiche del 25 settembre prossimo. Non vi sarà neanche il tempo di alzare i calici (se si alzeranno) che subito dopo dovranno essere fatti i conti con un altro tipo di rialzo: quello delle tariffe racchiuse nelle bollette di gas e luce, le quali potrebbero aumentare addirittura fino al cento per cento, se dal Governo dimissionario di Mario Draghi non verranno adottati provvedimenti di necessità e urgenza per un almeno temporaneo congelamento delle tariffe o per un diverso sistema di conteggio delle tariffe che tenga conto soltanto dei consumi reali stralciando gli oneri extra come quelli dovuti alla cosiddetta socializzazione delle morosità nell’ambito della comunità degli utenti.

Del resto, la povertà energetica sta avanzando nel nostro Paese, ossia cresce in misura progressiva il numero di quanti non riescono ad avere accesso a un minimo paniere di beni e di servizi necessari a soddisfare i fabbisogni essenziali attraverso l’utilizzo di luce e gas.

L’istituto di statistica ufficiale Istat ha calcolato che, se nel 2021 il tasso di morosità sulle bollette riguardava poco più del 9 per cento di famiglie e imprese soprattutto piccole, nella prima parte di quest’anno detta incidenza è salita al 15 per cento, e questo determina – per effetto della delibera ARERA che sarebbe adesso opportuno sospendere prima di ottobre – un circolo vizioso in forza del quale il costo degli insolventi viene fatto ricadere sui paganti.

Fino a quando, però?

Purtroppo, allo stato attuale, non sono previsti automatismi per quanto riguarda una possibilità di recupero in senso fiscale di almeno una parte delle spese corrispondenti al pagamento delle bollette domestiche.

Con un governo ridotto al disbrigo degli affari correnti, probabilmente la necessità e l’urgenza di evitare l’ennesimo fattore massivo di tensione sociale potrebbe giustificare, anzi dovrebbe ai sensi di Costituzione, l’adozione di un decreto legge utile a prevenire, nell’immediatezza, la prima di una possibile lunga serie di stangate autunnali destinate ad accompagnare la formazione e i primi passi del futuro Esecutivo.

Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI