Il pranzo in solitaria di Draghi all’aeroporto” (Repubblica). In solitaria: novello Soldini, Draghi si avventura al largo della ristorazione aeroportuale senza un compagno, un mozzo, un diportista che gli indichi la rotta; Bonatti della Finanza, scala le cime del Terminal T1 per procurarsi il cibo senza nemmeno uno sherpa
Perché, sì, Draghi si alimenta. Non vive, come si pensava, di aria e puro spirito. E cosa mangia? Un semplice piatto di “prosciutto e del pane” (Sky-Tg24) in luogo del più adeguato caviale e tartufo bianco, e non si sa nemmeno se il pane era raffermo. “La frugalità di Draghi che pranza da solo all’aeroporto di Fiumicino” (Corriere della Sera), colà giunto coi suoi piedi e non ivi condotto su una portantina con baldacchino d’oro, senza pretendere che gli allestissero un banchetto davanti al gate A32.
Draghi “è stato fotografato (di nascosto) questa mattina (28 giugno, ndr) nello scalo di Roma Fiumicino” (La Stampa), che non si pensi che egli fosse d’accordo, schivo com’è. “Gelosissimo della sua privacy già quando era al governo” (Rep), pure qualche volta deve fare incursioni nel mondo dei comuni mortali per espletare bisogni fisiologici, che – incredibile a dirsi – anch’egli possiede. E dunque “pranzava, da solo, seduto a un tavolino dell’area partenze dell’aeroporto romano”; seduto: non sdraiato su un triclinio piluccando uva dalle mani di una schiava nubiana.
“Non proprio un’immagine allegra e all’insegna dell’opulenza” (La Stampa), l’opulenza dello scalo di Fiumicino, che di ostricherie, volendo, trabocca. A meno che non si alluda al fatto che, col governo Meloni, Draghi ha poco da star allegro (ma non era il suo pigmalione? Non è, la finta sovranista, in politica economica ed estera, più draghiana del Re?).
Sappiamo che ve lo sentite tra capo e collo: cosa testimonia la foto, pubblicata su Twitter dal giornalista Michele Arnese e “diventata presto virale” (Sky-Tg24)? Esatto: la sobrietà di Draghi, l’apriori kantiano della draghità.
Del resto la foto del 2015 nel negozio di animali, dove baciava la moglie Serenella, aprì l’operazione simpatia per l’algido banchiere, che in fondo era uno di noi; e dal giorno dell’insediamento nel febbraio 2021 i giornali ci hanno tempestato di informazioni sulla quotidianità spartana di Draghi, la spesa al supermercato, la regolare fila alla cassa (non passava davanti alle vecchiette dicendo “sono il presidente del Consiglio e questa è la mia scorta armata”), il bracco ungherese, i cannoli di panna, il casale a Città della Pieve, la casa ai Parioli, l’istituto Massimo, i gesuiti, il lavoro nel weekend, le meringhe al caffè degli Artisti, il Sudoku, la barchetta a Nettuno, il barbiere Riccardo, il benzinaio, l’umiltà testimoniata dalle commesse del Supermercato Emi, le domeniche davanti al camino acceso, e sua moglie Serenella che “quasi si stende dentro il sarcofago della cripta di San Nicola a Bari perché gli ospiti possano osservare meglio le reliquie” (Rep).
Il nonno al servizio delle Istituzioni cammina, mangia e respira per il deliquio dei giornali importanti, sempre un po’ stupiti che un tale personaggio non vada in giro sventolando banconote da 500; l’operazione simpatia si sostanzia nella sineddoche gastronomica: uno così frugale, che potrebbe darsi a pranzi luculliani e si rifocilla alla bell’e meglio con pane, acqua e due fette di prosciutto per far risparmiare l’Italia con questa crisi nera, richiamandum est.
DANIELA RANIERI


