Duro colpo al narcotraffico internazionale: il Messico estrada 26 boss dei cartelli negli USA

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L’amministrazione Trump segna un altro punto a suo favore nella lotta al narcotraffico. Il Messico ha appena estradato negli Stati Uniti 26 figure di alto rango legate ai più potenti cartelli della droga dell’America Latina, in quella che si configura come una delle operazioni di estradizione più rilevanti degli ultimi anni.

L’operazione, avvenuta martedì, è il risultato di un accordo politico e giudiziario stretto tra l’amministrazione del presidente Donald Trump e il governo messicano guidato da Claudia Sheinbaum, e rappresenta un nuovo passo nella campagna statunitense per smantellare le reti criminali che alimentano il traffico di droga verso nord.

I trasferimenti, confermati dalla Procura Generale e dal Ministero della Sicurezza messicani, sono avvenuti sotto strette misure di sicurezza. Fonti a conoscenza dell’operazione hanno riferito che i detenuti sono stati imbarcati su voli diretti verso diverse località statunitensi. Le hanno parlato solo con garanzia di anonimato, data la natura sensibile della missione, in parte ancora in corso.

Tra i narcotrafficanti estradati, Abigael González Valencia, leader del gruppo “Los Cuinis” e cognato di Nemesio Rubén “El Mencho” Oseguera Cervantes, capo del Cartello di Jalisco Nueva Generación (CJNG), uno degli uomini più ricercati al mondo e considerato dal governo USA un obiettivo strategico nella lotta al narcotraffico. Il CJNG è noto per essere tra i cartelli più violenti e meglio organizzati del pianeta, con un impero criminale costruito sul traffico di cocaina, metanfetamina e fentanyl, oltre a estorsioni, rapimenti e un sistema di corruzione capillare.

Un altro nome rilevante nella lista è quello di Roberto Salazar, accusato di aver partecipato all’omicidio, nel 2008, di un vice sceriffo della contea di Los Angeles, episodio che aveva destato grande clamore negli Stati Uniti.

Secondo quanto reso noto, l’estradizione è stata concessa dopo che il Dipartimento di Giustizia statunitense ha garantito formalmente che in nessuno dei casi sarebbe stata richiesta la pena di morte, condizione imprescindibile per ottenere il via libera delle autorità messicane.

Questa operazione è la seconda in pochi mesi. A febbraio, il Messico aveva già consegnato 29 esponenti dei cartelli, tra cui Rafael Caro Quintero, il narcotrafficante responsabile dell’omicidio dell’agente della DEA Enrique “Kiki” Camarena nel 1985, uno dei casi più celebri e drammatici nella storia della lotta antidroga. Anche allora, la consegna era arrivata pochi giorni prima dell’entrata in vigore di dazi del 25% sulle importazioni messicane, misura minacciata da Trump per esercitare pressione sul governo messicano.

Alla fine di luglio, Trump e Sheinbaum hanno trovato un nuovo accordo, rimandando per 90 giorni l’applicazione di ulteriori dazi del 30% e aprendo la strada a una cooperazione più stretta sul fronte della sicurezza. La presidente messicana ha dimostrato un approccio più deciso del suo predecessore nel contrasto ai cartelli, pur difendendo con fermezza la sovranità nazionale e rifiutando qualsiasi intervento diretto dell’esercito statunitense in territorio messicano.

Il CJNG, insieme a “Los Cuinis”, ha conosciuto una rapida espansione negli ultimi dieci anni, grazie anche al sostegno economico e strategico della famiglia González Valencia. Abigael, arrestato nel 2015 a Puerto Vallarta, ha trascorso anni a contestare in tribunale la richiesta di estradizione, senza però riuscire a fermare l’esito finale. Il cartello è ritenuto responsabile dell’introduzione di centinaia di tonnellate di stupefacenti negli Stati Uniti e in altri Paesi, operando con una brutalità che include omicidi di massa, torture e attentati contro forze dell’ordine e rivali.