Ecco perché il numero dei lupi in Italia aumenterà ancora

0
10

Con il declino dell’agricoltura di montagna e lo spopolamento delle zone interne, è scattato il ritorno del lupo. Gli ultimi dati di Ispra, infatti, stimano la presenza in Italia di circa 3.300 esemplari, un record da quando esistono i censimenti. E non è finita qui, perché questo carnivoro ha ancora margini di espansione, in particolare sull’arco alpino.

Il biologo dell’Università di Roma, Luigi Boitani, intervistato dall’AGI, traccia un quadro della situazione: “I numeri dati da Ispra producono una forchetta tra i 3.000 e i 3500 esemplari, sulle Alpi sono un po’ meno di mille e il resto sono sugli Appennini. I lupi aumentano perché in italia per loro c’è molto da mangiare, con cinghiali, cervi e caprioli che proliferano, qualche animale domestico (ma non tanti) e molti rifiuti. In generale sono aumentati gli animali selvatici nel loro complesso, perché è diminuita l’agricoltura di montagna”.

Secondo Boitani “sulle Alpi il lupo non ha terminato la sua espansione: ci sono molte zone dove non c’è ancora, mentre sull’Appennino non credo ci sia margine per un ulteriore aumento”.

Ma non è stata sempre così facile la vita per il lupo, anzi qualche decennio fa ha rischiato addirittura l’estinzione. Considerata una specie nociva, a metà anni ’70 era scomparso dalle Alpi e la sua presenza sugli Appennini si riduceva a un centinaio di esemplari. Per questo il governo corse ai ripari e tolse il lupo dalle specie nocive, vietando la caccia e l’uso di bocconi avvelenati. Pochi anni dopo, fu considerato “specie integralmente protetta”. La popolazione ha iniziato lentamente a crescere negli anni ’80 e poi nel decennio successivo c’è stato un primo boom.