Educazione sessuale, Valditara: “Falsità sui femminicidi, vergogna”. Bagarre alla Camera

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Sono giorni caldi per la Politica intorno al tema dell’educazione sessuale e affettiva, mentre il femminicidi e il sessismo restano al centro delle cronache.

La discussone generale a Montecitorio si era già accesa sul disegno di legge che introduce il consenso informato preventivo da parte dei genitori o degli studenti, se maggiorenni, per la partecipazione a eventuali attività scolastiche che riguardino temi attinenti all’ambito della sessualità e disciplina le modalità per il coinvolgimento di soggetti esterni nello svolgimento di tali attività.

Il culmine oggi: “È stato detto che con questo disegno di legge impediremmo l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, di informare i nostri giovani sui rischi delle malattie sessualmente trasmesse. È falso”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara intervenendo nell’Aula della Camera dei Deputati.

“È stato sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi, sono indignato che abbiate detto che questa legge impedisca la lotta contro i femminicidi”, “vergognatevi”, “tutto questo non c’è in questa legge”. Vive le proteste dell’opposizione dopo queste parole, con la bagarre scoppiata in Aula.

Valditara ha rivendicato “l’educazione alle relazioni, al rispetto e all’empatia, la vera affettività, il contrasto alla violenza di genere” svolta a scuola proprio per volontà del governo. Urla e proteste dopo questo intervento.

Diversi i deputati dell’opposizione che si sono alzati dalle proprie postazioni, con la presidente di turno Anna Ascani che li ha richiamati più volte al silenzio, a tenere toni congrui all’aula e a rimettersi seduti.

“Quel vergognatevi delle essere ritirato, sono parole indegne e non rispettose dell’opposizione del parlamento”, ha detto Andrea Casu, del Pd. “Chiedo formalmente di richiamare il ministro”, ha fatto eco Marco Grimaldi, di Avs.

La deputata del Partito Democratico Debora Serracchiani ha risposto al ministro accusandolo di aver offeso l’opposizione e di non essere un ospite capace di essere educato e rispettoso delle istituzioni.