Effetto Trump in Groenlandia: affluenza record alle elezioni legislative

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L’effetto Trump” si fa sentire anche nel territorio autonomo danese della Groenlandia

L’affluenza alle elezioni legislative ha raggiunto livelli così alti da costringere l’unico seggio della capitale Nuuk a restare aperto oltre l’orario stabilito per permettere a tutti i cittadini in fila di votare. I risultati sono attesi nelle prossime ore.

A infiammare il dibattito politico è stata la dichiarata intenzione del presidente americano di “prendersi la Groenlandia in un modo o nell’altro”. Donald Trump, fino all’ultimo, ha cercato di intervenire sulle scelte di voto dei 57.000 groenlandesi, promettendo loro ricchezza e un futuro negli Stati Uniti come 51esimo stato americano. “Il nostro Paese è nell’occhio del ciclone”, ha dichiarato il primo ministro uscente Mute Egede, leader del partito Inuit Ataqatigiit (IA), sottolineando l’attenzione internazionale sul destino dell’isola.

La questione dell’indipendenza è stata centrale nella campagna elettorale, insieme a temi come sanità e istruzione. Il partito nazionalista Naleraq chiede un distacco immediato dalla Danimarca, mentre altre forze politiche, incluso il partito di Egede e i socialdemocratici di Siumut, ritengono che l’isola, situata sopra il Circolo polare artico,  debba prima garantirsi un’autosufficienza economica, sfruttando le sue risorse minerarie, proprio quelle che attirano gli interessi di Washington.

Gli abitanti della Groenlandia, per il 90% Inuit, lamentano di essere trattati come cittadini di seconda classe dall’ex potere coloniale danese, accusato di aver storicamente represso la loro cultura. Con un parlamento di 31 seggi da rinnovare, il voto rappresenta un passaggio cruciale per il futuro dell’isola più grande del mondo, stretta tra il desiderio di indipendenza e le pressioni internazionali sulle sue ricchezze naturali.