Elon Musk spinge l’estrema destra in Europa

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Non è stato un buon inizio d’anno per Elon Musk. Mentre si lanciava in una battaglia furiosa con la destra radicale Usa sull’immigrazione, le azioni di Tesla perdevano sei punti e un veterano affetto da disturbo post-traumatico esplodeva in una delle sue auto davanti al Trump Hotel di Las Vegas. I momentanei rovesci non hanno comunque impedito a Musk di commentare a tutto campo le vicende internazionali, farsi nuovi nemici a Londra e Berlino, abbracciare qualsiasi movimento dell’ultradestra si sia presentato sulla scena mondiale.

Dopo aver dato un momentaneo altolà al suo protagonismo sfrenato – nei giorni dello scontro sull’innalzamento del debito -, Donald Trump lo ha riammesso a corte. I due hanno passato insieme l’ultimo dell’anno. Per alcuni Musk è ormai l’uomo più potente al mondo. Per altri, l’uomo più pericoloso al mondo. Una cosa è certa. Averlo come amico, o nemico, cambia la vita.

NO SEX PLEASE, WE’RE BRITISH – In meno di una settimana, il fondatore e proprietario di Tesla ha condiviso o scritto su X oltre sessanta post sulla politica inglese, arrivando ad accusare il primo ministro Keir Starmer di “facilitare gli stupri sui minori”. Secondo Musk, il governo britannico non avrebbe indagato adeguatamente su presunti abusi sessuali su minori, tra cui quelli avvenuti a Rochdale, la città a nord di Manchester in cui decine di ragazzine furono violentate tra il 2004 e il 2013 (la destra inglese sostiene che gli abusi siano stati coperti perché i responsabili erano di origine pakistana).

Musk ha in particolare attaccato la ministra laburista Jess Phillips, che ha rigettato la richiesta un’indagine nazionale sugli abusi, dicendo che il suo posto dovrebbe essere “in prigione”. Solo il Reform Party, il movimento populista di Nigel Farage, può a suo giudizio “salvare la Gran Bretagna” attraverso nuove elezioni e una politica diversa in tema di immigrazione. Anche se il suo leader, a suo dire, “non ha ciò che serve” e deve essere cambiato.

Nel suo entusiasmo antisistema, il miliardario è arrivato a chiedere la liberazione di Tommy Robinson, un attivista di estrema destra da cui persino Farage ha preso le distanze, che si trova in carcere dopo aver ripetutamente diffamato un rifugiato siriano. La reazione del governo inglese è stata sinora ondivaga. C’è chi, come il ministro del Lavoro Andrew Gwynne, ha detto che Musk “è un cittadino americano e dovrebbe concentrarsi sulle questioni americane”. Più aperto il ministro della Salute Wes Streeting, secondo cui il governo di Londra è disponibile a collaborare con i giganti dell’hi-tech per combattere gli abusi sessuali sui minori. La linea sembra però darla Starmer che non ha mai replicato a Musk. In caduta libera nei sondaggi, con una serie di questioni interne aperte – dagli sgravi fiscali alla riforma della scuola alle coperture per la sanità – l’ultima cosa di cui Starmer ha bisogno è fare la guerra a Musk.

Roberto Festa