ETS è l’acronimo di Emission Trading System, cioè quel sistema europeo secondo il quale i grandi inquinatori sono obbligati a pagare lo Stato per l’inquinamento da CO2 che cagionano.
I fondi così incassati nel bilancio dello Stato vengono ripartiti tra tre Ministeri: Economia, Sviluppo Economico e Transizione Ecologica. Per il 2022 ammontano a circa 1,6 miliardi di euro e, per obbligo europeo, devono essere destinati a progetti per favorire le energie rinnovabili, i rimboschimenti e imboschimenti, la tutela degli ecosistemi terrestri e marini, la biodiversità, la mobilità dolce ed altro ancora.
Pochi si sono accorti che nel provvedimento di contrasto all’aumento del costo delle bollette del gas e dell’energia elettrica sono stati destinati (a mio parere in contrasto con il principio europeo) tutti i fondi ETS. Questo significa che tutte le progettazioni ambientali ed ecologiche per l’anno 2022 non si faranno (al netto del PNRR).
Faccio questa considerazione senza alcuna polemica, con pacatezza, ma anche con la fermezza di chi non può acquietarsi, perché vedo che nel dibattito politico le parole: ambiente, ecologia, biodiversità sono scomparse. Così non va bene. Non va assolutamente bene.
Prendo atto che si è rinunciato.
Siamo ancora in tempo per recuperare? Si, ma per cortesia fate presto. Il Pianeta non ci aspetta.
E che le stelle inizino a brillare nella notte buia.

