Era il febbraio 2024 quando il Governo Meloni adottava, costretto dall’Europa e grazie al M5S, la norma che sostituiva il Prezzo Unico Nazionale dell’energia con i Prezzi Zonali
Questa norma oggi a distanza di quasi due anni è rimasta lettera morta, insabbiata, a causa della mancanza del decreto attuativo indispensabile alla sua entrata in vigore.
È l’ennesima conferma di un atteggiamento doppiogiochista di questo governo: in pubblico si sventolano impegni sull’ambiente e sulla modernizzazione, ma nei fatti si frena, ostacola e sabota ogni passo avanti verso un sistema energetico più efficiente e sostenibile.
Questa scelta non è un semplice ritardo amministrativo: è una manovra politica deliberata. Un modo per compiacere chi vuole mantenere lo status quo, sacrificando investimenti, innovazione e crescita.
Con un risultato chiaro e pesantissimo: gli italiani continueranno a pagare bollette più alte perché il Governo Meloni ha deciso di bloccare un meccanismo che avrebbe portato più efficienza, più concorrenza e più energia rinnovabile.
Mentre l’Europa chiede chiarezza, trasparenza e modernizzazione del mercato elettrico, il Governo sceglie l’immobilismo più dannoso, rendendo l’Italia meno competitiva e meno indipendente sul piano energetico.
Di fronte a questo sabotaggio politico, chiederò con forza che il decreto attuativo venga sbloccato immediatamente. Bloccare i prezzi zonali significa condannare il Paese a inefficienze strutturali e costi inutili.
Il Governo Meloni si assuma finalmente la responsabilità delle sue scelte: oggi, l’unica cosa che sta proteggendo sono le rendite e gli interessi di pochi, mentre a pagare sono milioni di famiglie e imprese.


