Ennesimo scivolone di Fico: querela Feltri e perde clamorosamente in tribunale

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Si era offeso per quel titolo, “Il presidente della Camera a gas“, invocando inesistenti paragoni con la strage degli ebrei, ma il giudice gli ha dato torto. “Libera espressione della critica, nessun riferimento all’Olocauso”, ha detto il giudice dando ragione al quotidiano diretto da Vittorio Feltri e Pietro Senaldi, “Libero“, contro il quale l’esponente grillino aveva formulato una querela per diffamazione.

I fatti risalgono al novembre del 2018, quando Fico, già presidente della Camera, aveva ricevuto con tutti gli onori Mai Al Kaila, ambasciatrice palestinese in Italia. “Libero”, in un articolo molto polemico, analizzò la figura dell’ambasciatrice palestinese, molto legata all’organizzazione paramilitare di sinistra di Al Fatah. Nelle critiche rivolte a Fico per l’accoglienza così entusiastica a un personaggio borderline nella guerra con Israele, Fico venne definito dal giornale di Feltri un “sandinista del Vomero” che si propone come un nemico di Israele e non ostile politicamente ai terroristi.

«Il presidente della Camera a gas» fu quel giorno il titolo di “Libero“, con un occhiello: «Fico si avvicina ai terroristi palestinesi. Contento lui…». Fico parlò subito di titolo vergognoso e presentò querela alla procura di Milano per diffamazione. «Inutili gli sforzi di Vittorio Feltri, il quale aveva provato a spiegargli che la metafora della camera a gas stava a indicare la trasformazione di Montecitorio in «un luogo invivibile dove ormai la democrazia è condannata», racconta oggi Libero.

Il 17 settembre è arrivata la sentenza del tribunale, che ha archiviato la querela. «La critica è per sua natura soggettiva e può esprimersi attraverso l’ interpretazione della realtà, o il dissenso verso quanto osservato». Nel caso in questione, quanto scritto appare legittima espressione del diritto di critica così interpretato, come giudizio negativo espresso a fronte di un fatto reale, ovvero la scelta di Fico di ricevere l’ ambasciatrice palestinese. Tale giudizio negativo non si risolve in un’aggressione gratuita alla sfera morale altrui ma è basato su informazioni già oggetto di un precedente articolo». Non insultante, secondo il giudice, era anche l’espressione “sandinista del Vomero” e anche il titolo “presidente della camera a gas” «sebbene piuttosto forte, può ritenersi funzionale alla critica, e non vuole creare alcun nesso con lo sterminio degli ebrei, tema del tutto estraneo all’ articolo».                                                                                                                fonte  https://www.secoloditalia.it/