E proprio quel giorno lo aveva annunciato: “La Spagna non parteciperà a Eurovision se ci sarà Israele”
Oggi, poco fa, appena uscita la notizia, con grande coerenza, la Spagna di Pedro Sanchez è stato il primo Paese ad annunciare il boicottaggio e il ritiro dalla competizione.
Lo ha annunciato il consiglio di amministrazione di Rtve, che ha anche dichiarato che non trasmetterà la diretta dell’evento.
Lo ha fatto con parole da cui qui da noi avremmo così tanto da imparare:
“Vorremmo esprimere i nostri seri dubbi sulla partecipazione dell’emittente israeliana Kanall’Eurovision 2026.
La situazione a Gaza, nonostante il cessate il fuoco e l’approvazione del processo di pace, e l’uso del concorso da parte di Israele per scopi politici, rendono sempre più difficile mantenere l’Eurovision come evento culturale neutrale.
Dopo aver soppesato tutte le prospettive, abbiamo concluso che, nelle attuali circostanze, la partecipazione non può essere conciliata con i valori pubblici che sono fondamentali per la nostra organizzazione”.
È la prima volta che accade dal 1961.
E altri tre Paesi – per ora – ne hanno seguito l’esempio. Tra cui, ovviamente, non c’è l’Italia.
Sarà anche una competizione canora, ma è anche da questi particolari che si vede la statura di un leader.
Che differenza abissale dalla “nostra” premier, dal nostro governicchio ubbidiente, sdraiato, pavido, silenzioso.
Avercene.


