Pur avendo fatto valere un canale di dialogo autonomo e indipendente dall’Alleanza con il presidente russo Vladimir Putin infatti, Erdogan ha mantenuto fede agli impegni Nato e garantito sostegno all’Ucraina con la ferma condanna dell’invasione russa. Sostegno non solo politico e diplomatico, ma anche militare, attraverso i droni turchi usati dall’esercito di Kiev e umanitario, con circa 60 mila profughi ucraini accolti, il doppio rispetto alla Gran Bretagna.
Una centralità ritrovata da parte del Paese che vanta il secondo esercito all’interno dell’Alleanza, ma che era stato ripetutamente tacciato di aver spostato il proprio baricentro verso l’Eurasia, in particolare dopo l’acquisto del sistema di difesa missilistico russo s-400. Accuse riaffaciatesi al rifiuto di Ankara di applicare sanzioni economiche nei confronti della Russia, contromisure economiche cui in realta’ Erdogan non ha mai creduto.



