Erdogan vuole fare pure il banchiere. E la lira turca va a picco

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L’avviso compare a ogni cittadino della Turchia che volesse comprare un iPhone online.

La Apple, nonostante non sia stata rilasciata alcuna comunicazione ufficiale, sembra aver bloccato le vendite dei propri prodotti verso il paese, dopo la svalutazione record della lira turca.

La moneta nazionale infatti è scesa ai minimi storici martedì, quando contro il dollaro americano ha toccato persino il -15%. “In Turchia non c’è una politica monetaria indipendente della Banca centrale, c’è invece una forte interferenza politica”. Lo spiega a HuffPost Valeria Talbot, Head of the Mediterranean and Middle East programme all’Ispi. Rendendosi protagonista della peggiore performance del mondo, “dal 2012 la lira ha perso l’82% del suo valore, di cui il 12% solo nell’ultima settimana”, dice l’esperta. La valuta ha recuperato fino al 7% già ieri ma la volatilità e l’aumento dei prezzi non smettono di preoccupare consumatori e investitori.

Se queste percentuali possono sembrare astratte, hanno invece immediati e pesanti effetti su quella che si definisce “economia reale”, quell’ambito economico che riguarda la produzione e distribuzione di beni e servizi.

Tradotto: effetti sulla vita quotidiana delle persone. In alcuni supermercati iniziano già i primi razionamenti di prodotti come tè, olio e zucchero. Questo perché la svalutazione della moneta incide sui prezzi di molti prodotti basati sull’importazione, prezzi che si gonfiano senza tornare indietro, se non si interviene. Migliaia di persone sono già scese in piazza per chiedere le dimissioni del governo e altre si sono messe in coda alle stazioni di servizio in vista di un forte aumento dei prezzi della benzina.