ERMINIO BRAMBILLA – UNIONE CATTOLICA: Economia di guerra?

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Oggi i giornali economici riportavano lo spread Bpt bund sopra i 200 punti

Traducendo significa che i nostri titoli di stato pagano un interesse del 3% e che è dal 2018 che non abbiamo un interesse così alto. Questo è un grosso problema sia per i conti pubblici che per l’economia reale (imprese e famiglie) che si deve finanziare sul mercato. Infatti i finanziamenti alle aziende, mutui, credito al consumo hanno interessi già molto più alti. La guerra tra Russia ed Ucraina con il suo carico di devastazioni e uccisioni, prevede purtroppo anche conseguenze importanti a livello economico mondiale:difficoltà di approvvigionamento di materie prime (energetiche e alimentari) che condizioneranno l’economia con conseguenze molto gravi sopratutto per i Paesi economicamente più deboli.

L’Italia è uno di questi. Siamo un paese energivoro e l’insipienza della classe politica e dei governi che si sono susseguiti negli ultimi decenni hanno impedito un programma virtuoso con una programmazione della politica energetica che riducesse la nostra dipendenza dagli stati canaglia.

Oggi paghiamo questa poca lungimiranza e il governo Draghi (ormai al lumicino) non sembra in grado di risolvere il problema. Senza una vera politica energetica nazionale saremo in balia di tutti i venti di guerra e dovremo inchinarci a tutte le dittature più feroci.

ERMINIO BRAMBILLA – UNIONE CATTOLICA