La guerra in Ucraina e la crisi energetica pone delle domande sull’Unione Europea e sul suo futuro
In questo periodo lo scollamento e la litigiosità tra gli stati dell’Unione è piuttosto evidente. Sulla guerra diversi stati hanno accentuato la loro diversità nel giudizio sulla Russia aggressore dell’Ucraina (qualche volta giustificandola) e sul boicottaggio nei confronti della stessa Federazione Russa .Sulla crisi energetica quasi tutti gli stati si stanno muovendo in ordine sparso.
L’ultima in ordine di tempo la Germania che, pur essendo la locomotiva europea, sia in termini numerici che economici, ha pensato bene,proprio vista la sua potenza economica, di risolvere nazionalisticamente il problema dei rincari dell’energia, per famiglie ed imprese,mettendo sul piatto una “bomba finanziaria” di 200 miliardi di euro. Non sapendo (o facendo finta di non sapere) che avrebbe messo in difficoltà una propria compatriota, ai vertici della Commissione Europea.Per non parlare dell’Olanda e dell’Austria contrarie, per principio, al ” price cap”,così come la stessa Germania.I segnali c’erano già stati quando, durante la pandemia, pur nella gravità del momento, ci sono state molte discussioni e la riduzione al ribasso del Next Generation EU (per noi PNRR).
Che ogni nazione dell’Unione Europea debba fare i conti con il proprio debito pubblico e la propria insipienza nel gestire i propri affari e la propria politica nazionale, mi sembra un assioma e non vedo perchè tedeschi, olandesi o austriaci debbano dividere le risorse risparmiate con noi “straccioni”e consumatori a sbafo di risorse pubbliche;mi sembra comunque necessario capire se l’idea di Unione Europea sia una federazione di stati oppure, almeno per quelli che hanno una moneta comune, si possa condividere non certo il debito pregresso ma almeno affrontare una politica estera ed economica che possa ridurre al minimo le differenze tra i cittadini.
Questa crisi ci pone ad un bivio: ritornare alla vecchia concezione della CEE con interessi minimi tra gli stati europei : quelli ricchi sempre più ricchi e quelli poveri cazzi loro, o creare un sistema economico fiscale, di difesa europea, politica estera comune e riduzione del divario economico tra popolazioni, tale da rendere la concezione degli Stati Uniti d’Europa come movimento di popoli e non di cancellerie. Altrimenti prevarranno i sovranismi e l’UE sarà solo un’espressione burocratica.
ERMINIO BRAMBILLA – UNIONE CATTOLICA



