La direttiva approvata dalla UE sul salario minimo dà tempo all’Italia due anni per adeguarsi soprattutto alla rappresentanza.L’Unione Europea ha chiesto di fatto al nostro Paese di quantificare la percentuale di lavoratori che sono coperti dai contratti di lavoro e di quali sigle sindacali
In alcuni settori, purtroppo ,vengono firmati contratti con sigle sindacali fasulle pur di avere stipendi bassi. Siamo prevalentemente nei settori della logistica,non parliamo poi del settore delle cooperative che è un guazzabuglio di sigle e contratti. Purtroppo Inail e Inps non sono in grado di controllare le aziende se non in minima parte:siamo in presenza di un’imprenditoria al limite del malavitoso.Sul salario minimo ci sarebbe da ridire: dei 27 stati UE sono 21 che ce l’hanno;andiamo dal Lussemburgo che ha una salario minimo di poco più di 2000 euro, alla Bulgaria con poco più di 300 euro (sappiamo bene che nè in Lussemburgo,nè in Bulgaria si può vivere con queste cifre!).
Il presidente di Confindustria Bonomi ha tuonato contro il salario minimo,dicendo che i contratti di Confindustria sono tutti sopra i 9 euro all’ora (c’è giacente una legge in Parlamento con la proposta di salario minmo di 9 euro l’ora), occorre invece abbassare il costo del lavoro per aumentare il netto in busta paga al dipendente.Un’accusa evidente al governo Draghi, che, avendone la possibilità, non ha fatto nulla al riguardo.
Noi di Unione Cattolica riteniamo utile questo dibattito non solo sul salario minimo (e siamo anche d’accordo con Bonomi sulla riduzione del costo del lavoro) ma soprattutto sulla rappresentanza.La dignità del lavoro e dei lavoratori,soprattutto al Sud del Paese, non può essere calpestata da inciuci tra pseudo rappresentanze e imprenditoria criminale.
Siamo sempre dalla parte degli imprenditori e delle aziende che quando assumono,assumono non solo lavoratori dipendenti ma persone, che si conferisca loro una retribuzione che possa far vivere dignitosamente loro e le loro famiglie.



