ERNESTO “CHE” GUEVARA

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che
l’8 Ottobre 1967 fu catturato in BOLIVIA. E il 9 ottobre viene ucciso vigliaccamente a sangue freddo
*I quadri dirigenti e il Socialismo spiegati da CHE GUEVARA *
“Chi aspira ad essere dirigente deve poter affrontare, o meglio, potersi esporre al verdetto delle masse e credere che è stato eletto dirigente o si propone come dirigente perché è il migliore fra i buoni, per il suo lavoro, il suo spirito di sacrificio, il suo costante atteggiamento d’avanguardia in tutte le lotte che il proletariato deve condurre giornalmente per la costruzione del socialismo.
In un regime che inizia la costruzione del socialismo non si può supporre un quadro che non abbia uno sviluppo politico, ma per sviluppo politico non deve considerarsi soltanto l’apprendistato della teoria marxista; si deve anche esigere la responsabilità dell’individuo per i suoi atti, la disciplina che coarti qualsiasi debolezza transitoria e che non sia combattuta con un’alta dose d’iniziativa, la preoccupazione costante per tutti i problemi della Rivoluzione.
Intimamente legato al concetto di “quadro” è quello della capacità di sacrificio, di dimostrare con il proprio esempio le verità e le consegne della Rivoluzione. Il quadro, come dirigente politico, deve guadagnarsi il rispetto dei lavoratori con la sua azione.
E’ imprescindibile che conti sulla considerazione e l’affetto dei compagni che deve guidare lungo le strade dell’avanguardia.
Che cos’è un quadro? Un quadro è un individuo che ha raggiunto lo sviluppo politico sufficiente per potere interpretare le grandi direttive emanate dal potere centrale, farle sue e trasmetterle come orientamento alla massa, accogliendo inoltre le manifestazioni che questa faccia dei suoi desideri e delle sue più intime motivazioni.
È un individuo dalla disciplina ideologica e amministrativa, che conosce e pratica il centralismo democratico e sa valutare le contraddizioni esistenti nel metodo per trarre il massimo profitto dalle sue molteplici sfaccettature; che sa praticare nella produzione il principio della discussione collettiva e discussione e responsabilità uniche, la cui fedeltà è provata e il cui coraggio fisico e morale si è sviluppato di concerto con il suo sviluppo ideologico, al punto che è sempre pronto ad affrontare qualunque dibattito e a rispondere perfino con la vita del buon cammino della Rivoluzione.
E’, inoltre, un individuo con capacità di analisi propria, il che gli consente di prendere le decisioni necessarie e praticare l’iniziativa creatrice in modo che non venga a cozzare con la disciplina. Lo sviluppo di un quadro si ottiene nelle azioni giornaliere, ma deve inoltre assumersi il compito d’un modo sistematico in scuole speciali, dove professori competenti, esempi al contempo della scolaresca, favoriscano la più rapida ascesa ideologica.”
“Noi socialisti siamo più liberi perché siamo più integri; siamo più integri perché siamo più liberi. Non è solo lavoro la costruzione del socialismo, non è solo coscienza la costruzione del socialismo: è lavoro e coscienza, sviluppo della produzione, sviluppo dei beni materiali mediante il lavoro e sviluppo della coscienza. La costruzione del socialismo è basata sul lavoro delle masse, sulla capacità delle masse, perché si possa organizzare e dirigere meglio l’industria, l’agricoltura, tutta l’economia del paese; sulla capacità delle masse di superare di giorno in giorno le loro nozioni. sempre abbiamo definito il socialismo come la creazione dei beni materiali per l’uomo e lo sviluppo della coscienza; e in questo compito della creazione dei beni materiali è imprescindibile la cifra della produttività del lavoro.
La tecnica è la base perché l’industria possa svilupparsi e l’industria, che fa la produzione, è la base del socialismo.
Il socialismo è un fenomeno economico e anche un fenomeno di coscienza, ma deve realizzarsi sulla base della produzione. Senza una produzione importante non c’è socialismo. Perché il socialismo, adesso in questa fase di costruzione del socialismo e comunismo, non si è fatto semplicemente per avere le nostre fabbriche brillanti, si sta facendo per l’uomo integrale; l’uomo deve trasformarsi congiuntamente alla produzione che avanza e non svolgeremmo un compito idoneo se fossimo solo produttori di articoli, di materia prima e non fossimo insieme produttori di uomini. […]
Vale a dire, noi ci troviamo in un’epoca in cui la giustizia non è bandita, non possiamo assolutamente bandirla, non possiamo dare a ciascuno secondo il suo bisogno. Stiamo costruendo il socialismo, dobbiamo dare alla gente secondo il suo lavoro… Il socialismo non è una società di beneficenza, non è un regime utopico basato sulla bontà dell’uomo come uomo.
Il socialismo è un regime al quale si arriva storicamente e che ha come base la socializzazione dei beni fondamentali di produzione e l’equa distribuzione delle ricchezze della società, entro un ambito in cui vi sia produzione di tipo sociale. Il socialismo è un sistema sociale che si basa sull’equa distribuzione delle ricchezze della società, ma a condizione che tale società abbia ricchezze da spartire, che vi siano macchine per lavorare e che quelle macchine abbiano materie prime per produrre quanto è necessario per il consumo della nostra popolazione.
E nella misura in cui aumentiamo quei prodotti per distribuirli fra tutta la popolazione andiamo avanzando nella costruzione del socialismo.
Possiamo dire che la definizione del socialismo è molto semplice: si definisce dalla produttività che è data dalla meccanizzazione, dal giusto uso delle macchine al servizio della società e da un crescente aumento della produttività e della coscienza che sta nel mettere tutto quello che si possiede al servizio della società: produttività, vale a dire, maggior produzione, maggiore coscienza: questo è socialismo.
Bisogna pagare qualunque prezzo per il diritto di tenere sempre alta la nostra bandiera e il diritto di costruire il socialismo secondo il volere del nostro popolo!”
(Ernesto “Che” Guevara)