Prima la pandemia, e adesso l’invasione russa dell’Ucraina hanno causato un’impennata del costo delle materie prime e dell’energia: un mix letale per i commercianti doppiamente penalizzati per il prezzo dei prodotti e dei trasporti, schizzati per mancanza di benzina.
Il tasso di inflazione sta diventando una sfida concreta al mercato di Testaccio a Roma, dove i pensionati devono fare sempre più attenzione a cosa mettere nella busta della spesa: “Il pesce lasciamolo stare, 18 euro per cinque gamberi, non è più possibile”, si lamenta Vincenza Morelli, anziana frequentatrice del mercato.
“Se prima il salmone dalla Norvegia lo pagavo tra i 9 e i 10 euro, adesso lo pago quasi 16. Sono obbligata ad alzare i prezzi”, spiega Simona Proietti.
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Secondo Antonio Pinto, rappresentante di Confconsumatori, le vendite di pesce fresco nei supermercati sono diminuite del 18 per cento a marzo rispetto allo stesso periodo del 2021.
I prezzi, si legge su Eurostat, hanno raggiunto valori record a marzo nelle principali economie europee: 7,6% in Germania, 5,1% in Francia, 6,8% in Italia e 9,8% in Spagna.


