Il PMI Composite dell’Eurozona del mese di settembre è sceso al di sotto della soglia dei 50 punti, segnalando una contrazione dell’attività economica. I valori registrati sono significativamente inferiori sia alle aspettative sia al consensus, dopo otto mesi di espansione
Il settore manifatturiero continua a essere il più fiacco, vittima della debolezza dell’industria tedesca. Al contrario, il settore dei servizi è riuscito a mantenersi appena sopra la soglia dei 50 punti; tuttavia, l’inattesa frenata del comparto terziario, che ha il peso maggiore nell’area, ha indebolito l’indice complessivo, senza riuscire a compensare la debolezza del manifatturiero. Di conseguenza, il PMI Composite non è riuscito a rimanere in territorio espansivo.
Mentre il settore manifatturiero è stato fortemente influenzato dal dato tedesco, il settore terziario è stato penalizzato dal Pmi servizi francese, risultato ben al di sotto delle aspettative e dei valori estivi, distorti dall’effetto trainante dei Giochi Olimpici.
Data la debolezza dell’attività economica nell’Eurozona, la probabilità di un taglio dei tassi da parte della BCE nel meeting di ottobre è salita oltre il 60%, con una probabilità analoga di un ulteriore taglio a novembre. In tal modo, la riduzione dei tassi da parte della BCE nel 2024 ammonterebbe a 100 punti base.
La pubblicazione di questi dati ha innescato pressioni ribassiste sui rendimenti dell’Eurozona. La parte breve delle curve europee è stata la più colpita dal report, essendo più sensibile alle aspettative di politica monetaria rispetto ai bond a lunga scadenza, influenzati maggiormente dall’offerta e dai timori di una ripresa dell’inflazione a partire dal prossimo anno.
L’impatto dei dati macroeconomici per le borse europee è stato misto: da un lato negativo con il sentiment che ha risentito dell’indebolimento dell’attività economica; dall’altro positivo con le aspettative di una politica monetaria più accomodante da parte della BCE, vista la debolezza dei dati congiunturali. Al momento, ha prevalso l’ottimismo supportato maggiormente, in realtà, dalle misure di stimolo dell’economia cinese che sono riuscite ad imprimere un buon andamento agli indici europei nell’arco della settimana.


