Il Presidente dell’Associazione bancaria italiana, ABI, nel corso del convegno a Torino coordinato dal direttore di Banca Finanza Beppe Ghisolfi e della intervista realizzata dal direttore della Stampa Massimo Giannini, aveva definito il concetto stesso di extra-profitti come incompatibile con la dottrina economica occidentale: “Sarebbe come parlare, sul fronte opposto, di extra-perdite, delle quali non si parla mai quando gli istituti bancari devono farsi carico dei fallimenti di mercato dei propri concorrenti senza oneri per lo Stato né per i correntisti”, aveva evidenziato il vertice di ABI premiato nel capoluogo sabaudo, da Ghisolfi e dal Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, per il proprio impegno a orientare nettamente l’attività creditizia verso obiettivi di sviluppo economico generale e nazionale e verso interventi di ristoro e di sostegno alle popolazioni colpite dalle calamità naturali, tramite un accordo dedicato con il dipartimento statale della Protezione civile
Già ora sui risultati economici positivi delle Banche opera una specifica addizionale Ires, l’imposta sulle società di capitale che ha sostituito l’Irpeg nel nostro ordinamento tributario, che non ha eguali per le imprese strutturate come persone giuridiche e attive in altri settori merceologici. Una tassazione talmente lineare che alcuni esperti analisti avrebbero voluto estenderla ai maggiori profitti messi a segno dalle compagnie energetiche nel corso del 2022, quando ancora non era stato istituito il price cap europeo sul gas e in luogo del provvedimento, rivelatosi contorto e inefficace, del Governo di Mario Draghi.
Tornando comunque alla vicenda specifica degli istituti di credito e dei loro conto economici, su cui avrebbe inciso favorevolmente la tendenza dei tassi crescenti deliberati dalla BCE per contrastare la perdurante alta inflazione, il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, che per primo non aveva escluso l’interessamento del Governo Meloni a valutare l’introduzione di un prelievo straordinario ad hoc sul settore degli intermediari finanziari, ha inteso rassicurare la categoria che non vi è allo studio alcuna ipotesi in tal senso.
In particolare, era circolata l’eventualità che l’esecutivo, guidato dalla leader di Fratelli d’Italia, avesse in animo di prendere a modello la deliberazione assunta dal governo socialista di Pedro Sanchez, in Spagna, e consistita nella introduzione di una forma di prelievo extra ordinaria applicata al differenziale del margine di interesse.
Palazzo Chigi, in ogni caso, non rinuncerà – secondo quanto ribadito dallo stesso Giorgetti nel corso di un evento di studio sugli scenari macroeconomici promosso da Bloomberg – a esercitare un ruolo di persuasione morale, o “moral suasion”, nei confronti delle Banche affinché le stesse adeguino al rialzo i tassi attivi da corrispondere a correntisti e depositanti, con l’obiettivo di remunerare il risparmio accantonato.
Osservazione rinviata, anche in questo secondo caso, dallo stesso Patuelli al mittente del dicastero del MEF: “Diverse tipologie di conto corrente – ha ribadito Patuelli – sono state attivate, e sottoscritte in piena e perfetta trasparenza informativa fra istituti di credito e singoli Clienti, con l’obiettivo non di offrire una remunerazione ma bensì di rendere erogabili, a favore di questi ultimi, tutta una serie di servizi e di facilitazioni dal punto di vista dei pagamenti, dei versamenti e delle transazioni.
La remunerazione del risparmio è garantita da specifici prodotti”, come per esempio i conti di deposito.
In ogni caso, poiché le Banche sono state classificate fin dal 1993 dalla stessa legge di riforma settoriale come “imprese”, il capitolo relativo alla redditività dei servizi e degli strumenti offerti al pubblico sarà il frutto di un assestamento di mercato, dovuto agli andamenti spontanei dello stesso prima ancora che a un provvedimento di legge, e gli sviluppi relativi al quadro macro finanziario europeo più recente iniziano a dimostrarlo. Un punto sul quale, in tal caso, sia Patuelli che Giorgetti hanno indicato di convergere.
Va inoltre detto che gli utili conseguiti in misura maggiore dagli istituti di credito, per effetto dei margini di intermediazione, incorporano tutta una serie di situazioni che tengono conto di molteplici onerosi adempimenti normativi internazionali, a partire dalle quote da destinare alla copertura dei rischi di svalutazione e al Fondo di tutela interbancaria dei depositi; senza mai dimenticare che, per la particolare struttura della governance del settore bancario, una quota importante dei risultati economici, dopo l’applicazione dell’imposta Ires, viene assegnata in forma di cedola di dividendo alle fondazioni di origine bancaria in quanto azioniste rilevanti, le quali le reindirizzano si rispettivi territori geografici di competenza e di riferimento in forma di erogazioni e di contributi in conto capitale (cioè a fondo perduto) per la sanità, l’assistenza, la scuola, le opere pubbliche locali, la ricerca tecnologica, le startup e le imprese giovanili.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




