FAMIGLIE DI NUOVO IN BOLLETTA SULLE BOLLETTE: VERSO PROROGA DEL MERCATO TUTELATO

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Se non c’è lo scoppio di una guerra, come drammaticamente avvenuto nel 2022, a subentrare sono gli speculatori armati di “futures”, i contratti pronti contro termine, sulla piazza finanziaria olandese dei “ttf” dove si formano le quotazioni e i prezzi finali del gas a carico della generalità e totalità degli utenti al dettaglio del vecchio continente

Esattamente quello che sta per avvenire con le notifiche delle bollette in arrivo alle famiglie alle porte dell’autunno, con aumenti medi intorno al 5 per cento, pur a fronte di un calo della domanda globale di idrocarburi dovuto, da una parte, ai cambiamenti climatici stagionali e, dall’altra, al rallentamento della produzione industriale.

Purtroppo, di fronte al verificarsi di eventi improvvisi in altre parti del mondo – come lo sciopero dei lavoratori sulle piattaforme australiane per la rigassificazione delle forniture destinate alla Cina – il “price cap” tardivamente introdotto a inizio anno dalla commissione von Der Leyen, con l’obiettivo di calmierare la dipendenza dalla bellicosa Russia, non può fare nulla per evitare quello che si annuncia come un ennesimo e poco sostenibile salasso a carico di nuclei familiari già di per sé alle prese con listini proibitivi dei generi alimentari e primari normalmente in risalita alla fine di ogni anno.

Dall’autorità di vigilanza Arera, a cui compete la fissazione delle tariffe elettriche e di riscaldamento per le fasce di utenza del mercato tutelato, è stata diffusa nei giorni più recenti una comunicazione secondo la quale il rincaro in bolletta sarebbe stato molto più oneroso se il Governo Meloni non avesse prorogato e confermato, da qui al prossimo 31 dicembre, tutta una serie di agevolazioni, dall’azzeramento degli oneri di sistema alla riduzione dell’IVA sul teleriscaldamento, in origine introdotti dal predecessore Mario Draghi.

Il Governo dovrà tuttavia fare i conti, in ogni senso, con una nuova ondata di insoluti, dal momento che le famiglie in povertà energetica risultano essere oramai alcuni milioni, e per esse il pagamento delle fatture di luce e gas è assurto a lusso vero e proprio. Motivo per cui si tratterà di capire se il Governo Meloni sarà nelle condizioni di dare seguito, già con effetto dal primo gennaio 2024, alla disposizione programmatica di Fratelli d’Italia che stabilisce la fissazione di una fornitura minima di sussistenza di beni energetici ai nuclei indigenti o in grave disagio materiale.

Allo stato attuale, sulla scrivania del Ministro all’ambiente e alla sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è depositata la proposta di promulgare di ulteriori 6 mesi il regime del mercato tutelato per 15 milioni di utenze energetiche inserite nelle fasce più basse delle soglie di consumo: ciò in considerazione dell’assunto per cui non esisterebbero tuttora le condizioni per fare in modo che l’ingresso nel cosiddetto mercato libero dell’energia porti ai cittadini gli stessi benefici in termini tariffari che si ebbero con la liberalizzazione dei servizi di telefonia.

Un provvedimento, comunque, che dovrà ottenere il bollino e il visto dalle autorità europee che viceversa spingono per una più rapida fuoriuscita dal regime di maggior tutela, per inciso quello dove i livelli tariffari vengono determinati dalle decisioni dell’autorità Arera.

Nel frattempo, il Ministro Pichetto sta portando avanti l’iter che dovrebbe condurre all’autorizzazione di due nuovi rigassificatori, un tema che è stato anche affrontato nel corso del più recente congresso nazionale di Forza Italia a Paestum in Campania, e durante il quale la questione è stata di nuovo sollevata dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, sostenitore del progetto dell’impianto di Gioia Tauro, nei confronti del proprio collega di gruppo politico e titolare del dicastero dell’ambiente.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI