Feltri: Gualtieri sindaco dell’eterna emergenza, dai topi alle blatte volanti

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Le blatte mi danno i brividi. Più di qualunque insetto strisciante sulla faccia della terra. Ogni volta che ne vedo una a passeggio sul pavimento, un sudore freddo mi permea la fronte, il cuore batte all’impazzata e le gambe mi tremano.

figo nonchalance ma vorrei sprofondare sotto una coltre di dimenticanza in attesa di una mano di dio o di un piede salvifico che elimini l’intruso. Sono arrivato al punto di detestare trasferte in luoghi agresti per paura di fatali incontri. E se mi invitano in una località amena e selvaggia, la prima domanda che pongo è «ci sono insetti?». Li percepisco accanto a me prima di chiunque altro e anche se si nascondono nei pertugi delle stanze, o nelle fessure dei pavimenti, li scovo meglio e prima di un entomologo scafato. Non vi sorprenderete dunque se alla notizia di blatte volanti americane nella vostra meravigliosa città mi sono prima rivoltato sulla sedia e poi ho lanciato una bestemmia.

Ma come si fa. Lo chiedo al sindaco Gualtieri così affabile e pacioso nel suo sorriso ecumenico. Vedo immagini di terrazze tempestate di macchioline nere in movimento. Pavimenti di parchi per bambini che trasudano polvere ed esserini estranei. E cittadini che guardano il cielo basiti, non temendo il rovescio primaverile ma una pioggia funesta e agghiacciante di scarafaggi.