Si dice che i cittadini di quel Paese si battono per la loro libertà, ed è vero.
Non vogliono avere nulla che fare con la Russia di Putin. Però non si è capito a che libertà aspirino dato che la democrazia della quale hanno goduto fino a ieri è stata abbastanza zoppicante, visto che il regime comunista per decenni ha dominato nell’intera area soggiogando le popolazioni. In realtà la libertà tout court non esiste, è una chimera. Nessuna persona umana nasce libera. I neonati hanno bisogno della mamma, poi di entrambi genitori. Chi va a scuola ascolta gli insegnanti.
Chi si sposa spesso pende dalle labbra del coniuge.
La prima libertà da conquistare è quella che affranca dal bisogno, inoltre c’è la libertà di lavoro, quella che consente di tirare avanti in proprio. E veniamo alla libertà di pensiero che non è mai stata tanto minacciata come ora poiché trionfa il pensiero unico, cioè il conformismo impastato con un carico di luoghi comuni. Attualmente corre l’obbligo di uniformarsi alle idee più banali e diffuse.
Siamo alla celebrazione dell’eroismo come valore assoluto. Il motteggio latino, primum vivere, è andato a farsi benedire, sostituito da questo: si vis pacem para bellum (cambierei le ultime due parole con para culum). Alla luce di quello che sta succedendo, affermo che è sciocco battersi alla morte contro un avversario che ti sovrasta.
Anche in Italia, forse in Europa, è passato il principio che la libertà di pensiero è concessa esclusivamente a chi dice che è necessario fornire armi a Zelensky per resistere.


