Femminicidio e violenza: una realtà inaccettabile che deve cambiare.

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Il recente tragico evento avvenuto a Caserta, dove una giovane donna di 24 anni è stata strangolata dal marito davanti ai loro bambini di 4 e 6 anni, ci scuote profondamente e ci costringe a riflettere

L’autore del delitto, un trentenne di origine albanese, ha compiuto un gesto che va oltre la violenza: ha spezzato non solo una vita, ma ha traumatizzato per sempre due piccoli innocenti. Questo episodio è solo l’ultimo di una lunga serie di femminicidi che continuano a colpire il nostro paese, nonostante le campagne di sensibilizzazione e il crescente numero di denunce.

È inaccettabile che, nel 2024, ci siano ancora uomini che ritengono di avere diritto di vita e di morte sulle donne, considerandole come proprietà piuttosto che come esseri umani. La violenza si manifesta in molteplici forme: non solo fisica, ma anche psicologica, economica e sociale.

È un problema che affonda le radici in una cultura patriarcale che, nonostante i progressi, continua a permeare la nostra società.

Da professionista che si occupa di queste tematiche, mi interrogo spesso sulle motivazioni che spingono a tali atti. Le risposte sono molteplici e complesse. La paura di denunciare, la vergogna di parlare di abusi subiti, il timore delle ripercussioni: queste sono solo alcune delle barriere che le donne affrontano. Ma la vera domanda è: cosa sta succedendo alle nuove generazioni? Perché, nonostante i progressi, assistiamo ancora a episodi così drammatici?

Le giovani donne e gli uomini di oggi hanno accesso a informazioni e risorse che le generazioni precedenti non avevano. Eppure, sembra che il messaggio di rispetto e parità di genere non sia ancora completamente assimilato. La violenza domestica è spesso vista come un problema privato, una questione che non riguarda la comunità. Ma non possiamo più permettere che ciò accada.

La responsabilità di fermare questa spirale di violenza ricade su tutti noi: genitori, educatori, cittadini.

Dobbiamo lavorare insieme per creare un ambiente in cui le donne possano sentirsi al sicuro nel denunciare le violenze subite. È fondamentale che le istituzioni rispondano con prontezza e serietà alle denunce, che ci sia un adeguato supporto psicologico e legale per le vittime e che si lavori sull’educazione delle nuove generazioni per promuovere il rispetto reciproco.

Il femminicidio non è solo un omicidio: è un atto di violenza estrema che ha ripercussioni su tutta la società. Non possiamo restare in silenzio, non possiamo voltare lo sguardo.

Dobbiamo unirci per dire basta, per dare voce a chi non ce l’ha più e per costruire un futuro in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura. Solo così potremo onorare la memoria delle vittime e garantire un cambiamento reale e duraturo.


Dr. Klarida Rrapaj