Questo settore di enti finanziari, introdotto nel nostro ordinamento nel 1990 con la legge Amato, ha garantito nel 2022 flussi erogativi per un totale vicino al miliardo di euro, in crescita nonostante il calo dei dividendi e grazie proprio alle politiche pazienti e prudenziali dei fondi di stabilizzazione delle erogazioni
Il crescente interesse della pubblica opinione verso tali soggetti giuridici, espressione delle articolazioni dei territori di riferimento e competenza, trova ulteriore conferma nel gradimento espresso dai best sellers Banchieri e Le fondazioni bancarie – Manuale di navigazione, entrambi redatti dal Banchiere scrittore Beppe Ghisolfi e contenenti capitoli biografici strategici incentrati su Francesco Profumo, presidente Acri e Compagnia Sanpaolo, e Fabrizio Palenzona, nuovo vertice della Fondazione CR Torino, istituzioni con ruoli industriali nella finanza ed entrambe basate nel capoluogo piemontese.
I numeri del dossier Acri, presentato dal presidente Francesco Profumo – a capo altresì della torinese Compagnia di San Paolo – indicano un patrimonio contabile aggregato e consolidato di 40 miliardi e mezzo di euro, corrispondente all’ottantacinque per cento delle fonti di finanziamento della totalità delle Fondazioni di origine bancaria esistenti e aderenti all’Associazione.
Il report indica inoltre che i flussi di ricavo per i bilanci delle Fondazioni, iscritti a conto economico alla voce dei dividendi, sono equamente distribuiti fra proventi da partecipazioni bancarie e altri da partecipazioni non bancarie, per un totale di cedole staccate che supera il miliardo 200 milioni in calo nel confronto con il 2021, ma che non ha impedito alle Fondazioni di esercitare il proprio ruolo sussidiario e di sostegno solidale e proattivo ai territori, i quali hanno potuto contare su erogazioni in aumento per un complesso monetario che ha superato i 962 milioni.
Decisiva è stata la strategia prudenziale di tali enti, concretata nel fondo di stabilizzazione delle attività erogative consistite nella concessione di contributi di importo medio unitario pari a 45.000 euro.
Il che significa, più incisivamente, che nel 2022 le Fondazioni hanno lavorato, con le risorse messe da parte e accantonate nei periodi economici più fiorenti, per non fare venire meno l’aiuto e l’affiancamento agli enti locali e agli istituti del terzo settore, al “welfare” socio sanitario e all’istruzione e cultura.
Il report indica infine come una delle missioni affidate dalla legge Amato e dalla successiva legge Ciampi alle Fondazioni stesse, ossia traghettare il settore bancario italiano in condizioni di forza e competitività verso un mercato dei capitali libero e aperto secondo le direttive UE, OCSE e Basilea, sia stata conseguita: infatti, oltre l’ottanta per cento di esse detiene nelle rispettive banche partecipate una quota unitaria pari al 5 per cento della compagine azionaria, pur con clausole e meccanismi volti a tutelare gli assetti degli istituti di credito da terze operazioni ostili e a scongiurare il rischio di depauperamento dei contesti geografici originari.
Le indicazioni attuali evidenziano che, all’ombra della Mole Antonelliana a Torino, la compagnia di San Paolo e la Crt potrebbero rafforzare i momenti di cooperazione e sinergia, aumentando il livello di efficacia di ogni singolo aiuto erogato e rinforzando il protagonismo delle aree territoriali anche non metropolitane.
Sviluppi che vengono accelerati e di cui una chiave di piena condivisione si trova nei manuali tematici del professor Ghisolfi.



