Sebastien Lecornu ha rassegnato le dimissioni al presidente francese Emmanuel Macron, che le ha accettate. Lo fa sapere l’Eliseo. Attesa una sua dichiarazione da Matignon, la sede del Governo.
Nominato il 9 settembre, Lecornu era stato oggetto di critiche da parte dell’opposizione e della destra dopo aver svelato domenica sera parte della composizione del suo governo. Martedì avrebbe dovuto pronunciare la sua dichiarazione di politica generale all’Assemblea. Lasciando 27 giorni dopo la sua nomina, scrive Le Figaro, Lecornu diventa il primo ministro con il mandato più breve della storia.
La squadra di governo presentata da Lecornu ha subito forti critiche per l’eccesso di continuità rispetto al passato, con la conferma di ben 12 dei 18 ministri dell’esecutivo precedente, come Bruno Retailleau (Interno), Jean-Noel Barrot (Esteri) e Gerald Darmanin (Giustizia). A far rumore era stato soprattutto il ritorno, alla Difesa, di Bruno Le Maire, che fu ministro dell’Economia dal 2017 al 2024. “Siamo sbalorditi”, era stato il commento della leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, che aveva definito Le Maire “l’uomo che ha mandato in rovina la Francia”.
Le critiche non sono arrivate solo dall’esterno ma anche dall’interno. Retalliau, presidente dei conservatori Republicains, aveva protestato contro una squadra che “non rispecchia la rottura promessa” pur essendo stato lui stesso confermato. Retaillau aveva promesso una riunione d’urgenza del suo partito, alcuni esponenti del quale, come il presidente dell’Alta Francia, Xavier Bertrand, avevano chiesto il ritiro dei gaullisti dall’esecutivo affinché “questo caos possa finire”. “Se vogliamo ritrovare la fiducia, se vogliamo impedire al nostro Paese di affondare giorno dopo giorno, dobbiamo dire molto chiaramente che da ora in poi non parteciperemo più a questo caos, non parteciperemo più a questa farsa’”, ha dichiarato l’ex ministro di Sarkozy a Rtl.


