FRANCO CORTESE: I due cervelli

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Il poco conosciuto, indissolubile, legame mente-cuore-intestino

Osservate le due immagini affiancate qui sopra, che schematizzano un cervello (1250-1350g) e l’insieme degli intestini di un corpo umano (400mq, lungo circa 8m); non è sorprendente la loro forte somiglianza? Ebbene, questa somiglianza forse non è un caso ma una precisa scelta della natura, in quanto, per certi versi, svolgono una funzione simile. Vediamo come.

La medicina ha sempre indicato la mente come sede del pensiero, il cuore come fonte dei sentimenti e “la pancia” quale madre degli istinti. Così non ha fatto la credenza popolare, che da secoli tiene collegati i due estremi: “mens sana in corpore sano” (Satire, di Giovenale; 50-60 d. C.); nella medicina tradizionale cinese il colon è lo scrigno dove si accumulano i desideri non realizzati; in Egitto la purificazione spirituale, lo stato di salute sono ottenuti tramite il lavaggio del colon; in India da millenni l’idro colon terapia viene utilizzata per ottenere salute, nuove energie, come antistress e antidepressione; Ippocrate  affermava che contro ansia e depressione occorrono i clisteri; l’apologo di Menenio Agrippa insegna similmente…

Se l’intestino si “addormenta” il nostro organismo può andare incontro ad episodi negativi quali stitichezza, cattiva digestione, gonfiore, alitosi… Finora – per chi ha una cultura medica normale – il disturbo intestinale, quando non è opposto, ovvero quando provoca un’eccessiva evacuazione (ma il problema è lo stesso),  resta solo un “problema di pancia”; al massimo, si dice, c’è uno scompenso di flora intestinale a motivo di qualche infezione,oppure  un’alimentazione povera di fibre.

Ebbene, oggi scopriremo invece che non è proprio così: non si tratta “solo” di operare per una “normale evacuazione”, ma anche e soprattutto per ristabilire il generale equilibrio psico-fisico e mentale, che collega pensieri, emozioni, stile di vita e quotidianità. Questo perché l’influsso dell’ambiente esterno attiva sempre una risposta psico-fisica funzionale orientata alla nostra salute, nel bene e nel male.

Soprattutto dobbiamo tenere conto dei due cervelli: quello “in testa” e quello “in pancia”, e questo non tutti lo sanno.

Daremo solo cenni sulle più moderne teorie che parlano, addirittura, di tre cervelli: nel 1985 Paul MacLean – neurologo americano – ha descritto il concetto di cervello trino. Secondo la sua teoria il nostro cervello può essere suddiviso in tre livelli: il “cervello rettiliano”, il “cervello paleomammaliano” o “sistema limbico” e la “neocorteccia” o “cervello cognitivo”, con terminali nella testa, nel cuore e in pancia. Nel 1991, infatti, il professor J. Andrew Armour – eminente neurochirurgo – ha introdotto il principio del “cervello nel cuore”, avendo scoperto in esso la presenza di neuroni che non solo regolano la funzione cardiaca ma “colloquiano”  con il cervello che obbedisce al cuore. Questo spiega anche il paradosso che vede – al concepimento di un neonato – il cuore umano iniziare a battere prima che il cervello sia formato. Negli Stati Uniti, e più precisamente in California, presso l’Hearth Math Institute, è stata confermata questa scoperta: il cuore emette un campo elettromagnetico molto più potente di quello del cervello, e sorprendentemente si è appurato che il campo elettromagnetico del cuore influenza quello del cervello; non è il cervello che dice al cuore cosa fare, quindi, ma esattamente il contrario.

Noi ci fermeremo alla teoria dei due cervelli – altrettanto valida, che condividiamo ampiamente, fatta propria da molti medici naturopati, salutisti naturali e praticanti la medicina alternativa biologica – che mette in relazione tutto ciò che “sentiamo” (istinti, emozioni) con quello che pensiamo e viviamo (idee, ragionamenti, azioni) e quello che introduciamo nell’organismo (cibo e bevande).

Con una indispensabile premessa: siamo giornalisti, non medici: informiamo, non curiamo; per qualunque problema di salute rivolgersi al proprio medico di fiducia.

Partiamo da una realtà scientifica poco conosciuta: la digestione non dipende dal cervello, perché avviene attraverso cellule endocrine (di Kuitschitzky), cellule che recentemente sono state identificate come “paraneuroni”, ovvero molto simili a quelle del cervello, le quali inviano opportuni e specifici segnali agli altri organi del corpo (fegato, pancreas, cuore e polmoni…), cellule che si trovano normalmente in proporzione ed in equilibrio. Se la pancia è sazia/piena, l’ipotalamo (ghiandola posta nel cervello) verifica la concentrazione zuccherina nel sangue e la funzione pancreatica, ed informa il sistema bio-cibernetico che occorre smettere di mangiare, mentre altre cellule presenti nel sangue, verificata la concentrazione di glucosio ottimale, informano egualmente lo stesso sistema bio-cibernetico che non occorre ingoiare altro.

Nel caso contrario – a pancia vuota –, trovando una scarsa quantità di zucchero nel sangue, i paraneuroni inviano un “comando” elettrobiochimico attraverso il sistema nervoso a tutti gli organi interni che portano a percepire gli stimoli della fame e inducono a mangiare e bere.

Il secondo passo avanti nella teoria dei due cervelli è qualcosa che conosciamo per istinto ma che ha le sue spiegazioni scientifiche. Sensazioni, emozioni, idee, avvenimenti della nostra vita, come innamorarsi, perdere il lavoro, un forte spavento, vincere una lotteria, agire con coraggio, ed altro ancora… mutano la frequenza cardiaca, fanno variare la respirazione, eliminare o ridurre di molto la fame; ovvero, la pancia viene anch’essa coinvolta da tutto quello che ci colpisce, in quanto è variata “l’energia emotiva”, non più in equilibrio.

I paraneuroni quindi sono messaggeri intelligenti di cui forse la scienza ufficiale non conosce tutte le funzioni; al pari dei più comuni e conosciuti neuroni che costituiscono il tessuto nervoso della rete neurale, anch’essi non sono solo il serbatoio della mente – in parte cosciente in parte inconscia – e delle emozioni, ma comunicano sicuramente con il cervello con il quale in condizioni normali di equilibrio non hanno nulla da dirsi ma in caso di problemi – pensieri, emozioni, disturbi intestinali… – vivono in stato di pre-allarme, di pre-malattia, con conseguenze negative che vanno eliminate più che curate nei loro aspetti sintomatologici.

Non solo, questo aspetto dimostra anche che il cervello “inferiore”, o della pancia, funziona autonomamente da quello superiore.

I medici naturisti, infatti, prima di tutto osservano e curano l’apparato digerente.

Abbiamo così assodato due concetti: i disordini intestinali provocano variazioni dell’umore e stress ed ansia provocano disordini intestinali.

Allora guardiamo bene questo “cervello inferiore”. Esso è composto da migliaia di miliardi di microbi – ogni persona ha una propria equilibrata composizione – che sono vitali e ci fanno star bene quando non vanno in tilt. Questi proliferano ed agiscono principalmente nell’intestino e si chiamano “microbioma”, svolgendo, tra l’altro, una funzione organico-biologica fondamentale: ci aiutano moltissimo nel digerire il cibo, sintetizzare le vitamine, difenderci dalle infezioni e informare il cervello, mantenendo le normali funzionalità cerebrali di allerta.

Non è strano, quindi, che alcuni studiosi stiano ricercando relazioni tra Alzheimer e Parkinson (malattie definite neuro degenerative, che interessano il cervello) e il microbioma (http://tinyurl.com/kaa2j36).
Questo binario di collegamento intestino-cervello funziona ed ha dimostrato attraverso una  serie di recenti ricerche che i segnali immunitari inviati dall’intestino possono persino compromettere i vasi sanguigni del cervello, portando a un deterioramento della salute cerebrale e a un danno cognitivo. Una esempio è dato dall’assunzione di un eccesso di sale nella dieta: non solo fa aumentare la pressione sistolica – cosa nota – ma può impattare negativamente sul cervello danneggiando i vasi sanguigni, indipendentemente dal suo effetto sulla pressione sanguigna.

Un’altra ricerca, sui topi, ha dimostrato che una reazione immunitaria nell’intestino tenue può innescare risposte chimiche che raggiungono i vasi sanguigni del cervello, riducendone il flusso alla corteccia cerebrale e all’ippocampo, regioni fondamentali per l’apprendimento e la memoria. Gli scienziati suppongono che tali conclusioni possano valere anche per gli esseri umani.

Pare anche che questa connessione cervello-intestino coinvolga i disturbi, autoimmuni e non, che sono legati ad un cattivo funzionamento dei vasi sanguigni del sistema nervoso: problematiche quali artrite reumatoide, psoriasi, infiammazioni intestinali, sclerosi multipla, ictus.

Conseguentemente possiamo dire che ciò che mangiamo influenza anche il nostro modo di pensare (By Jonathan D. Grinstein / Scientific American – Tratto da: lescienze.it).

Infine, vi sono i batteri detti “psicobiotici”, ovvero organismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, hanno positivi benefici sulla salute mentale, anche in quella di pazienti affetti da malattie psichiatriche, migliorando la mente di tutti; con la conclusione che modificando questi batteri intestinali possiamo modificare umore, ansia, depressione e stress, in quanto sono capaci di produrre neuro trasmettitori e diverse molecole con funzioni neuroattive (esempio: Lactobacillus helveticus r0052 e Bifidobacterium longum R0175 (Probio’Stick®, assunto per 30 giorni). (N.d.R.: il latte non ha nulla a che vedere con questi batteri).

Come esempio citiamo una ulteriore ricerca sugli psicobiotici, che ha dimostrato un altro benefico effetto. Una bevanda di latte fermentato, i yakult, contenente il Lactobacillus casei, ceppo Shirota, ha impedito un aumento di cortisolo (ormone dello stress) aumentando al contrario i livelli di serotonina negli studenti universitari di medicina soggetti a stress, con notevoli benefici. Non a caso le cellule dell’intestino dette “enterocromaffini” producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere.

Questi esempi citati sono relativi solo ad alcuni batteri, ma ve sono anche altri, egualmente efficaci nell’agire sulla mente attraverso l’intestino. Ognuno dovrebbe provare, anche se sta bene – sempre su consiglio di un dietista – quello o quelli più adatti a lui per almeno un mese.

Per concludere e sintetizzare questa breve riflessione e ricerca, aggiungiamo che il cervello enterico (gastrointestinale) produce sostanze psico-attive che influenzano direttamente gli stati d’animo, come la serotonina, la dopamina, sostanze oppiacee e antidolorifiche. Il collegamento tra i due cervelli, quello di sopra e quello di sotto, è assicurato dal midollo spinale del nervo vago. I due cervelli, il cranico e l’enterico (plesso mienterico e submucosale), sono connessi dal nervo vago.

Infine, non è mai un singolo organo o un singolo batterio, ma l’insieme degli organi, dei batteri (microbiota) e delle funzioni espletate dalle sostanze prodotte e sintetizzate dall’organismo ad equilibrare, trasmettere e dare la sensazione di benessere e di “stare bene”.
Una curiosità: Ippocrate, padre della medicina moderna, ha detto 2400 anni fa: “Tutte le malattie hanno origine nell’intestino”.

Rimandi e fonti:
Michael Gershon, professore di Anatomia e Biologia Cellulare alla Columbia University, ha presentato di recente i suoi 30 anni di studio sull’ammasso cellulare di neuroni e nervi situati nell’intestino, chiamato per la sua attività “Il secondo cervello” o “Cervello enterico”.

Le altre notizie sono state liberamente tratte principalmente dal sito: mednat.org, by Jean Paul Vanoli e da link minori.

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