Il 4 febbraio 2025, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica, si è celebrata la Giornata Internazionale della Fraternità Umana, un momento di riflessione sulla necessità di unire le religioni nella costruzione di un mondo più pacifico e solidale
L’incontro, promosso dal Senatore Pier Ferdinando Casini, ha visto la partecipazione di leader religiosi ed esperti, che hanno discusso l’importanza dell’educazione alla fratellanza interreligiosa fin dalla scuola.
“Un dibattito per costruire ponti tra le fedi”
Nel corso dell’evento, i vari relatori hanno sottolineato il ruolo dell’educazione nel contrastare i pregiudizi e favorire la comprensione tra le diverse comunità religiose:
* Mons. Yoannis Lahzi Gaid ha evidenziato l’importanza di trasmettere ai giovani i valori della fratellanza, affinché possano diventare costruttori di pace nelle loro comunità.
* Nader Akkad, Imam della Grande Moschea di Roma, ha sottolineato come la scuola sia il primo luogo dove i bambini imparano a conoscere la diversità, e quindi deve essere uno spazio di dialogo e inclusione.
* Francesca Baldini ha ribadito l’importanza di programmi educativi che includano la conoscenza delle diverse religioni, per contrastare discriminazioni di genere e stereotipi culturali.
* Thenzin Khentse, Monaco buddhista, ha parlato della necessità di educare alla compassione e alla tolleranza, principi fondamentali per la convivenza pacifica.
Nel mio lavoro di psicologa e criminologa forense, specializzata in vittimologia e contrasto al bullismo, ho visto da vicino quanto la discriminazione, anche nella sua forma più sottile, possa ferire profondamente i giovani.
Durante i miei interventi nelle scuole, mi è capitato di ascoltare storie di studenti emarginati solo perché il loro cibo, il loro abbigliamento o le loro tradizioni erano considerati “strani” o “diversi”. Questi episodi di micro-discriminazione non sono semplici battute innocue, ma segnali di un problema più ampio: la difficoltà di accettare ciò che non si conosce.
Credo fermamente che insegnanti ed educatori abbiano un ruolo fondamentale nel trasformare la scuola in un ambiente inclusivo, dove ogni studente si senta accettato e valorizzato.
Per questo motivo, ritengo essenziale l’adozione di programmi di sensibilizzazione interreligiosa, attraverso attività concrete come laboratori interculturali, giornate tematiche e momenti di confronto che permettano ai ragazzi di conoscersi davvero, andando oltre stereotipi e pregiudizi.
La fraternità interreligiosa non può restare un concetto astratto o un semplice slogan: deve tradursi in azioni quotidiane, nelle aule e nelle comunità, affinché ogni bambino e adolescente possa crescere con la consapevolezza che il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono la base di una società più giusta e armoniosa.
Dott.ssa Klarida Rrapaj




