G20, l’appello di Oxfam: “Subito un’agenda globale per la tassazione dei super-ricchi”

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Un messaggio urgente, la sollecitazione a un impegno non più procrastinabile. Lo ha inviato Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, per l’apertura del vertice del G20 di Rio de Janeiro: “Un’agenda globale per la tassazione dei super-ricchi non è più rinviabile”.

“L’1% più ricco nei Paesi del G20 detiene il 31% della ricchezza, mentre la metà più povera della popolazione appena il 5%”, scrive l’Ong, mentre “negli ultimi 20 anni la ricchezza di quell’1% è cresciuta del 150% in termini reali e oggi ammonta a 68.700 miliardi di dollari”, pari a “quasi due terzi del Pil planetario”. Di qui “l’appello urgente” ai leader riuniti in Brasile per un piano d’azione coordinato, dopo gli impegni assunti nel G20 Finanze di luglio”. 

In quell’occasione, ricorda Oxfam, “per la prima volta nella storia, su spinta della Presidenza brasiliana, i ministri delle finanze del G20 hanno concordato di promuovere forme di cooperazione internazionale in materia fiscale volte ad assicurare maggiore equità e progressività dei sistemi impositivi”.

“Il Paese più disuguale del G20, in termini di distribuzione della ricchezza, è proprio il Brasile, dove l’1% più facoltoso ha in mano il 48% della ricchezza nazionale, seguono il Sudafrica con il 42% e l’Argentina con il 40%. In Italia il top 1% deteneva, a fine 2022, il 23,1% della ricchezza nazionale netta”, si legge nella nota di Oxfam, che cita una dichiarazione di Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia: “Non solo la concentrazione della ricchezza e le disuguaglianze economiche sono in aumento, ma in diversi Paesi, tra cui l’Italia, i contribuenti più ricchi versano oggi, in proporzione al proprio reddito o patrimonio, meno imposte dirette, indirette e contributi rispetto a chi ha redditi più modesti o patrimoni più esigui. Per porre rimedio a questa ingiustizia, l’aumento del prelievo a carico dei più ricchi è oggi una scelta inderogabile”.