Gabrielli: “Dobbiamo liberarci da una dipendenza dalla tecnologia russa”

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Ci stiamo preoccupando di pericoli e problemi legati all’invasione dell’Ucraina, cioè ce ne stiamo occupando prima di possibili effetti negativi sulla sicurezza del Paese.

Non solo per le conseguenze economiche, industriali e sociali delle sanzioni verso la Russia, ma anche nel campo della cibernetica che sta diventando sempre più rilevante. Non a caso la Nato l’ha indicato come un quinto settore di possibile conflitto che va ad aggiungersi ai quattro classici: cielo, terra, mare e spazio”.

Così, oggi sul Corriere della Sera, l’ex capo della polizia e della Protezione civile Franco Gabrielli, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale.

“Quella di un attacco previsto per il 6 marzo è stata resa di dominio pubblico, ma ce ne sono state altre – spiega Gabrielli. Al momento non ci sono indicatori sulla volontà di spostare lo scontro su questo terreno, ma ciò non significa che non avverrà. Non dobbiamo farci trovare impreparati, sviluppando la nostra capacità di difesa e resilienza”.

“Scontiamo i limiti strutturali di un sistema di server pubblici inadeguato, e che pure in questo ambito dobbiamo liberarci da una dipendenza dalla tecnologia russa. Per esempio – aggiunge – quella di sistemi antivirus prodotti dai russi e utilizzati dalle nostre pubbliche amministrazioni che stiamo verificando e programmando di dismettere, per evitare che da strumento di protezione possano diventare strumento di attacco”.

Poi, sulla strategia di Putin, l’ex capo della Polizia afferma: “Ormai è chiaro che persegue la caduta del governo ucraino e la distruzione del suo sistema di difesa. Ma la presa di Kiev avrà dei costi per la Russia che potranno essere superiori alle previsioni iniziali, com’è avvento per i tempi della conquista