Sul fronte macro, ha destato un certo scalpore la pubblicazione della bilancia commerciale tedesca di giugno, a sorpresa per la prima volta in deficit dal 1991, di 1 miliardo di euro. La causa è da ricercarsi nell’esplosione del costo delle importazioni (soprattutto energia) a fronte di un calo delle esportazioni
Questo fenomeno, che può rivelarsi momentaneo, accende un faro sui problemi dell’economia tedesca, primo fra tutti l’approvvigionamento di gas per il prossimo inverno. Il rischio è che la Russia, che sta già riducendo l’afflusso di gas, blocchi completamente le forniture causando gravissimi problemi all’economia e un’inflazione fuori controllo. Il Ministro dell’Economia tedesco Habeck ha dichiarato che ci si trova di fronte ad una strategia di Putin e ammonito che, nel caso di uno stop alle forniture (un terzo del fabbisogno tedesco è coperto dalla Russia) per evitare una catena di default di utilities bisognerà approvare una legge che permetta loro di passare gli aumenti ai clienti in deroga ai livelli stabiliti per contratto. Reuters parla di piani di razionamento del gas.
Questioni del genere devono essere considerate anche da Italia e Giappone tra gli altri. Il settore immobiliare USA, infine, lancia segnali precisi e al tempo stesso preoccupanti: nelle aree immobiliari più surriscaldate (Las Vegas, San Diego per esempio) il cambiamento sta avvenendo a ritmi eccezionali e le scorte di case in queste aree sono salite in media del 48% sul mese e dell’83% sull’anno, mentre le vendite sono calate di oltre il 20% anno su anno.
Il rischio è che il settore delle costruzioni e l’immobiliare possano portare un contributo ampiamente negativo all’economia americana nei prossimi trimestri. Il vantaggio è che questo contributo si trasformerà in un fattore positivo per la discesa della componente “affitti” dell’indice dei prezzi nell’arco di qualche mese.



