Downing Street aveva sostenuto inizialmente che Johnson non fosse al corrente delle accuse di molestie sessuali rivolte ad uno degli incaricati di mantenere la disciplina di voto tra i banchi dei Conservatori, Chris Pincher, ma il premier alla fine ha ammesso che era a conoscenza dei comportamenti del deputato e si è rammaricato di averlo nominato.
A Sunak e Javid si sono aggiunti nelle ultime ore altri esponenti dell’esecutivo, che chiamano in causa il primo ministro: hanno reso pubbliche oggi le proprie dimissioni il segretario di Stato all’Infanzia e alla Famiglia, Will Quince, e l’assistente parlamentare nel ministero dei Trasporti Laura Trott.
Quince è passato dall’essere uno dei volti più visibili nell’esecutivo nel momento di difendere davanti ai media la versione ufficiale sul caso Fincher a rinfacciare pubblicamente a Johnson le sue bugie, delle quali non sarebbe stato al corrente fino a ieri.



