Se per uscire dalla tragedia della guerra il ruolo di pressione economica e diplomatica dell’Occidente e dell’Europa rimane essenziale, c’è un’altra guerra, quella delle bollette del gas e della luce, che possiamo vincere fin da ora attraverso l’ABC della finanza e dell’energia
Anzi, attraverso l’Abbecedario di queste due grandezze che, come ha ribadito e riaffermato il Banchiere internazionale e scrittore Beppe Ghisolfi domenica sera sulla 7 all’Arena di Massimo Giletti, formano oramai un unico fenomeno economico. Intervenendo in collegamento dalla propria abitazione in Cervere nella provincia di Cuneo – “a 200 chilometri dalla Francia sono attive le centrali nucleari”, ha tenuto a puntualizzare – il Professor Ghisolfi è intervenuto nel dibattito in studio, presenti Maurizio Gasparri per il centrodestra e Paolo Cento per il centrosinistra, per concentrare l’attenzione sulle conseguenze di impatto del conflitto russo ucraino nei confronti delle nostre economie produttive, quindi dell’impresa e del lavoro. In parallelo, ha inteso rassicurare, in maniera massimamente obiettiva, che l’esposizione delle Banche italiane in Russia equivale a 25 miliardi (a fronte di un attivo totale di settore che supera abbondantemente i 3000 miliardi); mentre l’emergenza autentica in ambito economico riguarda e riguarderà le aziende del nostro Paese, sia quelle esportatrici sia quelle che hanno investito direttamente a Mosca, per gli effetti delle sanzioni internazionali doverosamente applicate dall’Occidente per isolare il mercato interno russo dal punto di vista industriale, finanziario e valutario.
Il Banchiere Ghisolfi ha evidenziato inoltre che esiste una questione più storica e più risalente che riguarda il contesto solamente dell’Italia, ossia una certa politica dei “No a tutto” che, a partire dalla metà degli anni Ottanta (epoca del referendum anti nucleare approvato dagli elettori a seguito del disastro che era avvenuto proprio in Ucraina al reattore di Chernobyl), ci espone a una dipendenza energetica esterna pressoché totale che si acutizza quando gli scenari mondiali entrano in emergenza così come in modo tragico sta avvenendo adesso ed era già purtroppo in atto – nelle quotazioni della Borsa dei titoli del gas naturale in Olanda – da alcuni mesi.
Il dibattito è proseguito con alcune riflessioni sulla necessità di tassare gli extra-profitti delle compagnie energetiche al fine di rafforzare il fondo a sostegno delle utenze familiari e aziendali – poiché come giustamente ripetuto in più occasioni dal Professor Ghisolfi, fin dall’inizio dell’emergenza pandemica, “quando un’azienda chiude, è poi tarda per poterla salvare” – e sull’importanza di raddoppiare fin da ora la capacità di fornitura di gas naturale all’Italia grazie all’esistente Tap, il gasdotto che porta il prezioso combustibile a tutto il nostro Paese – fino a un massimo di 8 miliardi di metri cubi annui elevabili a 16 – attraverso l’importante corridoio energetico costruito in Albania.



