In un video editoriale il Banchiere scrittore – evidenziando più di una convergenza nei confronti delle più recenti Considerazioni annuali del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco – analizza lo scenario macroeconomico quando oramai la guerra russa in Ucraina non soltanto è in atto da più di tre mesi ma prospetta, tragicamente, di proseguire
Questo avviene anzitutto perché la nostra dipendenza dal gas di Mosca rimane un dato di fatto, tanto che finiamo addirittura con l’accettazione della condizione, fissata dal regime putiniano, di pagarlo direttamente o indirettamente in rubli, mentre gli Stati dell’Unione Europea dimostrano disunione sulle sanzioni da praticare alla federazione Russa, ciascuno proponendo quelle più funzionali ai propri interessi e non dicendo però che le sanzioni stesse avranno effetto concreto solo dopo anni.
Per l’Italia, alle divisioni sulle penalizzazioni da applicare al regime di Putin si aggiungono quelle tipicamente dovute all’ingresso del Parlamento negli ultimi dodici mesi di durata residua della legislatura parlamentare iniziata nel 2018, motivo per cui ogni leader politico cerca a ogni costo dei distinguo dagli altri per poter primeggiare sui giornali e sui media.
Nel frattempo, ad avanzare unitariamente, questa sì, e con effetti tristemente immediati, è un altro tipo di sanzione: l’inflazione energetica e alimentare, dovuta a movimenti sui mercati nord europei e americani del gas, del petrolio e dei cereali che hanno purtroppo buon gioco a strumentalizzare il panico bellico.
Einaudi, economista, statista e Presidente della Repubblica, definiva l’inflazione alla stregua di una tassa odiosa, perché colpisce in misura pesante il potere d’acquisto di chi ha redditi fissi e risparmi in forma liquida, quindi meno strumenti di difesa sui mercati finanziari in momenti di restringimento drastico delle catene di produzione e offerta di specifici beni e servizi di largo consumo e utilizzo.
L’Europa divisa di fronte alla tragedia umanitaria ed economica della guerra in Ucraina è la peggiore sanzione che potessimo pagare, la conseguenza della summa di tanti anni di sentimenti anti-europeisti di cui oggi paghiamo il prezzo.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI




