Giorgia Meloni a Confapi: “La piccola impresa è il motore dell’economia italiana”

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La piccola impresa è il motore diffuso della nostra economia, della nostra società e della nostra cultura. Il mondo che voi rappresentate costituisce l’identità, la tradizione e l’innovazione del tessuto produttivo italiana, voi siete quelli che a me piace definire i patrioti del lavoro, perché con i vostri sogni, il vostro ingegno, la vostra creatività contribuite a fare dell’Italia la grande nazione che è”.

Questo il cuore del videomessaggio che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato in occasione della celebrazione del 75esimo anniversario di Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata.

“Siamo al lavoro per invertire la tendenza”, ha proseguito Meloni. “L’Italia ha già pagato la sua mancanza di visione,  una mancanza di visione che, abbiamo visto negli ultimi decenni, ha frenato la crescita e reso purtroppo la Nazione dipendente dall’estero in troppi settori.

Noi stiamo lavorando per invertire questa tendenza e per immaginare linee chiare e strategiche di sviluppo. Intendiamo lavorare 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, per rivoluzionare questa Nazione -ha proseguito il premier. Perché i cittadini non ci hanno scelto per mantenere lo status quo, ci hanno scelto perché sperano che noi riusciamo a liberare le migliori energie di questa Nazione, sperano che abbiamo la forza per fare le riforme che nessun altro ha avuto il coraggio di fare, sperano che abbiamo la forza e la determinazione di andare fino in fondo”.

Nel videomessaggio il presidente del Consiglio ha evidenziato poi l’obiettivo di rendere l’Italia Hub energetico d’Europa, l’investimento strutturale per difendere il nostro Made in Italy, una delle cose piu’ preziose che abbiamo, e ancora l’impegno per costruire catene di valore più prossime e per rendere le nostre imprese più competitive sui mercati internazionali.

“Difendere l’economia reale -ha detto Meloni- vuol dire anche immaginare una politica industriale che metta al centro l’impresa, che sappia guardare non all’orizzonte del prossimo anno o dei prossimi cinque anni, ma a un orizzonte molto più lungo”.