E, invece di limitarsi a celebrare la ricorrenza, si è lanciata nella solita, furente, vittimistica tirata contro il cosiddetto “woke” che vorrebbe – tenetevi forte – “distruggere le nostre tradizioni”.
Tra una sviolinata e l’altra a Trump, Meloni ha pronunciato testuali parole:
“Ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano la cultura woke – ha tuonato – È un tentativo di cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale in questa nazione. Non glielo permetteremo.”
Niente di meno.
Quali sono i problemi dell’Italia?
La sanità pubblica spolpata e al collasso?
Acqua.
I tagli alla scuola?
Figuriamoci.
Gli stipendi e il potere d’acquisto tra i più bassi d’Europa?
Noooo.
Il bavaglio all’informazione?
Niente di tutto questo.
Il grande problema che attanaglia l’Italia, l’Europa, gli Usa e il mondo intero è la temibilissima “cultura woke”, che altro non è se non garantire il rispetto delle diversità e un’educazione sessuo-affettiva ai nostri figli. Quella che questa destra indecente ha appena tagliato dalla scuola pubblica.
Io, da cittadino italiano, mi vergogno di essere rappresentato nel mondo da Giorgia Meloni, da una tale sequela di slogan, propaganda di quart’ordine e banalizzazioni in serie.


