Il 6 febbraio si celebra la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), una ricorrenza fondamentale per accendere i riflettori su una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Questa pratica, radicata in tradizioni culturali e sociali, continua a infliggere sofferenza a milioni di bambine e donne nel mondo, con conseguenze devastanti sulla loro salute fisica, psicologica e sessuale.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, se non si interverrà con azioni concrete, entro il 2030, ben 68 milioni di ragazze rischieranno di subire le MGF. Un numero inaccettabile, che ci impone di agire con determinazione per eliminare definitivamente questa pratica.
“Un Impegno Globale e la Presenza del Fenomeno in Europa”
Le mutilazioni genitali femminili sono principalmente diffuse in Africa e Medio Oriente, ma anche in alcune aree dell’Asia e dell’America Latina. Tuttavia, il fenomeno ha ormai raggiunto anche i paesi occidentali, tra cui l’Italia, dove alcune ragazze di origine straniera rischiano di essere sottoposte a queste pratiche nei loro paesi d’origine o, in alcuni casi, clandestinamente sul territorio nazionale.
Dal 2006, il nostro paese ha introdotto nel codice penale il reato di mutilazione genitale femminile, con pene severe per chi esegue, promuove o facilita questa pratica. Tuttavia, la sola repressione non è sufficiente: è necessario un impegno più ampio per sensibilizzare, educare e proteggere le bambine e le giovani donne.
“Un Dovere e un Obbligo di Vigilanza”!
In qualità di Direttrice per i Diritti delle Donne della International Police Organization, considero un dovere morale e professionale mantenere alta l’attenzione su questo tema. Contrastare le MGF non è solo un impegno etico, ma un obbligo per garantire la sicurezza e i diritti fondamentali delle donne e delle bambine di tutto il mondo.
Le forze di polizia internazionali devono lavorare in stretta collaborazione con le istituzioni, i governi e le organizzazioni per identificare e fermare coloro che perpetuano questa violenza, offrendo al tempo stesso supporto e protezione alle vittime. Dobbiamo unire le forze per combattere questa usanza inaccettabile, assicurandoci che nessuna bambina sia più vittima di un simile abuso.
Le Conseguenze Psicologiche delle MGF: Un Trauma Indelebile
Oltre ai danni fisici (dolore cronico, infezioni, complicazioni durante il parto, infertilità), le MGF hanno ripercussioni psicologiche devastanti. Come psicologa ed esperta in vittimologia, sottolineo che questa pratica lascia segni indelebili sulla psiche delle vittime, che possono sviluppare:
> Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD): Attacchi di panico, flashback traumatici, insonnia e ansia cronica.
> Depressione e bassa autostima: Il corpo viene percepito come violato, generando senso di vergogna, isolamento e perdita di identità.
> Difficoltà relazionali e sessuali: La mutilazione influisce sulla capacità di vivere relazioni intime sane, causando disfunzioni sessuali, paura e repulsione nei confronti della sessualità.
> Paura e sfiducia nei confronti della famiglia e della comunità: Poiché la mutilazione viene spesso imposta dai propri cari, molte vittime sviluppano un senso di tradimento e perdita di fiducia nelle figure di riferimento.
“Un Percorso di Cura e Rinascita per le Vittime”
Le vittime di MGF devono ricevere supporto psicologico, medico e legale per superare il trauma. È fondamentale garantire percorsi di terapia del trauma, gruppi di sostegno e, laddove possibile, l’accesso a chirurgia ricostruttiva, che può restituire una parte dell’integrità fisica e sessuale.
Tuttavia, la vera guarigione è anche sociale e culturale: le donne che hanno subito questa violenza devono essere ascoltate, accolte e aiutate a riscoprire il proprio valore e la propria autonomia.
“Prevenzione e Sensibilizzazione: La Chiave per il Cambiamento”
Per eliminare definitivamente questa pratica, serve un approccio globale, che coinvolga istituzioni, scuole, comunità e famiglie. Dobbiamo educare le nuove generazioni, spiegando che nessuna tradizione può giustificare una tale violenza.
> Formazione degli operatori sanitari e sociali: Medici, psicologi e assistenti sociali devono essere adeguatamente formati per riconoscere le vittime e intervenire tempestivamente.
> Coinvolgimento delle comunità a rischio: Le campagne di sensibilizzazione devono rivolgersi direttamente alle famiglie, per smontare convinzioni errate e promuovere il rispetto dell’integrità fisica delle bambine.
> Leggi più severe e applicazione concreta delle normative: Il quadro giuridico deve essere affiancato da una rigorosa applicazione delle leggi e da azioni mirate di contrasto.
> Supporto ai progetti locali nei paesi dove la pratica è diffusa: È essenziale lavorare sul campo, sostenendo i movimenti locali impegnati nell’educazione e nella protezione delle bambine.
“Un Impegno per il Futuro”
La Giornata Internazionale contro le MGF non deve essere solo un momento di denuncia, ma una spinta all’azione concreta. Non basta parlarne: dobbiamo combattere questa pratica con tutti i mezzi a disposizione, rafforzando la prevenzione, il supporto alle vittime e la cooperazione internazionale per fermare questa atrocità.
Come Direttrice per i Diritti delle Donne della International Police Organization, ribadisco il mio impegno nel mantenere alta l’attenzione su questo tema e nel coordinare azioni di contrasto efficaci.
Le MGF sono una violazione dei diritti umani che non può più essere tollerata. È tempo di dire basta, di proteggere le nuove generazioni e di costruire un futuro in cui nessuna donna debba più subire questa barbarie.
Dott.ssa Klarida Rrapaj



