Il brano è raccolto nel libro Diario di Bordo, un volume che descrive in chiave poetica le recenti esperienze di vita quotidiana di Mario Vespasiani con la sua bimba a ridosso dei magnifici due anni, quando il linguaggio è un esperimento fonetico e la familiarità col suo corpo è progressiva.
L’artista nei panni di un intrepido capitano si fa cantore di una realtà che diventa super, una surrealtà vissuta da due creature quasi extraterrestri, che provano a conoscersi, a dialogare nei modi più vari e tuttavia a capirsi.
In ogni racconto attraverso un linguaggio contemporaneamente semplice e ricercato, tra riferimenti spontanei e colti, giocosi e mistici – emerge una ricchezza di contenuti di rara intensità emotiva e conferma il talento visionario di Vespasiani, capace questa volta di “dipingere” con le parole e attraverso le atmosfere ricercate dei suoni.
Alle più semplici filastrocche si alternano scritti che si elevano come inni all’universo, quali segni di gratitudine per il dono della vita.
Nel libro si intervallano foto in bianconero a disegni ad inchiostro su carta azzurra, nei quali affiorano isole inaspettate e all’apparenza sconosciute, ma che generano un originale abecedario geografico, un AbeceMario.
Tutti i canti di una creatura (il cui testo intero si può leggere nel libro) è stata scritta da Mario Vespasiani, e può essere considerata una preghiera – da intonare al risveglio – per celebrare il creato, per ringraziare di ogni singola giornata e nella memoria di san Francesco tocca elementi quotidiani ed eterni, da quelli più piccoli e contingenti, a quelli più nobili ed assoluti.



