A lanciare l’allarme, in una intervista all’Adnkronos, è il consigliere del Csm Nino Di Matteo, che non ha mai risparmiato critiche sulla riforma Cartabia, arrivando a definirla anche “complessivamente pericolosa”. E’ stato raggiunto un accordo di massima che prevede il ritiro degli emendamenti da parte delle forze di maggioranza tranne Italia Viva, che come annunciato, voterà le sue proposte di modifica, e la Lega che non avrebbe dato garanzie sul voto di quegli emendamenti che riguardano i temi oggetto dei referendum sulla giustizia.
“Alcune norme, come quelle sul sistema elettorale del Csm, sono del tutto inidonee a limitare lo strapotere delle correnti, il peso decisivo dei capi corrente, nella individuazione dei candidati”, spiega Di Matteo all’Adnkronos.
E aggiunge: “Le norme che riguardano il fascicolo di rendimento del magistrato, la pressoché totale separazione delle carriere di pm e giudici, la partecipazione degli avvocati ai pareri sulle valutazioni di professionalità dei giudici, rispondono a un preciso disegno: quello di burocratizzare la magistratura, di gerarchizzare i singoli magistrati, di renderli attenti soltanto ai numeri e alle statistiche piuttosto che a rendere giustizia, di impaurirli, rendendoli più soggetti alla volontà dei capi degli uffici e più esposti a possibili interferenze esterne”.


