Gli italiani hanno intaccato oltre 40 mld di risorse finanziarie per poter mantenere il proprio tenore di vita

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Tra l’aumento del costo dei servizi  e l’ inflazione, una nota di Confesercenti rileva che  lo scorso anno gli italiani hanno intaccato oltre 40 mld di risorse finanziarie per poter mantenere il proprio tenore di vita, oramai messo alle corde dai costi incontenibili  : la quota di spesa familiare riferibile a  bollette e spese per la casa dovrebbe infatti aggirarsi quest’anno intorno al 45% del totale mensile
Prima della pandemia  era il 35%.
Una condizione che grava soprattutto sui redditi più bassi che rappresentano il 40% circa del totale per i quali i costi fissi rappresenteranno il 50% circa della spesa mensile, che sale all’80% circa considerando l’abbigliamento e le spese alimentari,  diminuendo maggiormente lo spazio per le altre spese.
Parallelamente, per quasi il 5O% di nuclei familiari con un reddito medio, la quota di spesa  assorbita da bollette e abitazione  passa dal 35% del 2019 al 45% circa per quest’anno, mentre la spesa per alimentari cala dal 25 al 22%, e quella da destinare ad altre spese scende  dal 40% al 30%. 
A convalidare il peggioramento  del quadro è anche la verifica dei redditi a disposizione Secondo alcune valutazioni , con un’inflazione media intorno al 5,5%, alla fine dell’anno  il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti calerà di 3.000 euro circa rispetto allo scorso anno,  mentre per i lavoratori autonomi di ridurrà di 2.000 euro circa, mentre l’incremento dei prezzi per il biennio 2022-23 si assesterà intorno al + 15%.
Perciò  quest’anno la spesa delle famiglie aumenterà solo  del +0,5%: un dato condizionato esclusivamente  dall’aumento delle spese essenziali  La pandemia , il costo spropositato dell’energia e l’ inflazione hanno ribaltato i bilanci delle famiglie nell’ultimo triennio , portando ad un  tracollo di spesa per la maggior parte delle voci di consumo.
Le previsioni per il 2023, con un’inflazione al  6% circa ribadiscono  la difficoltà del quadro: il rischio è che il rallentamento della ripresa dei consumi abbia seri  conseguenze sulle previsioni di crescita del Paese. Occorrono politiche economiche espansive   e di supporto  al potere d’acquisto e ai consumi. A partire dalla diminuzione della pressione fiscale e dalla  defiscalizzazione  degli incrementi  retributivi, per far riprendere la contrattazione e i salari in un momento complicato  sia per le PMI  che per le famiglie.
Francesco MEGNA