Governo indagato, l’attacco del senatore Gasparri: il premier andrebbe incriminato

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È convinto che tutto finirà a tarallucci e vino. Perché per Maurizio Gasparri, «in questo caso si profila un uso politico della giustizia al contrario». E il caso in questione, è l’avviso di garanzia al premier Giuseppe Conte e sei suoi ministri dopo denunce per Covid. Il senatore di FI e presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari tuttavia è convinto che Conte andrebbe sottoposto a indagine.

Senatore Gasparri, perché Conte andrebbe sottoposto a indagine?
«Intanto mi compiaccio con il presidente del Consiglio che nell’annunciare e confermare l’avviso di garanzia ricevuto assieme ad altri esponenti del governo ci informa, come ho visto dalle agenzie, che ha potuto sapere, lui dalla Procura, che la stessa Procura ritiene infondate queste denunce. Come dire, un cittadino privilegiato. Per carità, poi il mondo è pieno di notizie infondate…».

Perché quindi andrebbe sottoposto a indagine?
«Perché ciò che è riportato sul dossier del Cts è grave e il governo ha agito al contrario. Sono state chiuse parti d’Italia per le quali non ce ne era necessità e non sono state organizzate le zone rosse laddove il Comitato tecnico-scientifico aveva chiesto di agire con urgenza. Le colpe quindi di Conte e del governo sono sotto la luce del sole. La magistratura avrebbe dovuto agire da tempo. Non per annunciare archiviazioni di denunce, ma lo ripeto, per mettere l’avvocato Giuseppe Conte nella condizione di non inquinare le prove e di non reiterare il reato qualora si riproponesse, non ce lo auguriamo, l’emergenza».

Come può il premier inquinare le prove?
«Intanto ci ha fatto conoscere le carte dopo che la Fondazione Einaudi ha avviato un’azione legale. Può reiterare il reato? Sì. Se il governo non ha già ascoltato una volta il Cts, chi ci garantisce che non lo farà ancora? La procura di Bergamo intanto sta indagando, vediamo cose emergerà. Continuo a ripetere che Conte e il governo hanno violato la legge in quanto non hanno dato ascolto al Cts. Quindi, in merito chiediamo che Conte venga in parlamento, subito. Tuttavia, vediamo che si profila un uso politico della giustizia al contrario. Mi spiego. Nei confronti di Berlusconi l’uso politico della giustizia è consistito in un pregiudizio, “Berlusconi va colpito”. Il magistrato Palamara, per esempio, cosa ha detto, “””Salvini va fermato”””, un’affermazione politica. Nel caso di Conte è al contrario – non essendo fortunato come lui che ha già visto le carte, vado con l’immaginazione – la procura invia le carte perché li deve mandare essendo che il presunto reato denunciato è ministeriale ma allo stesso tempo comunica che si tratta di notizie infondate. In sostanza, questo è un uso politico della giustizia a vantaggio».

Cosa succederà adesso?
«Gli atti verrano inviati al tribunale dei ministri il quale se condividesse questa valutazione che Conte ha già annunciato, quindi ritenendo infondate le notizie, non succederà nulla».